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“Enzo era il primo a rispondere alle chiamate di soccorso”

Il capo stazione del Soccorso Alpino di Avezzano, Fabio Manzocchi, gli avrebbe lasciato a breve il comando della postazione di soccorso Marsicana. "Cosa posso aggiungere a tutte le parole stupende che sono state dette sul suo conto in questi giorni? Per me lui sta ancora a Magliano".

“Quello che è stato detto in questi giorni è tutto vero. E non potrei aggiungere nulla di più, sarebbe solo una ripetizione. Enzo era il mio vice, il mio amico, il mio compagno di soccorso. Un ragazzo eccezionale, anche nella vita semplice, quella di tutti i giorni. Ha detto bene il sindaco ieri, quando gli abbiamo detto arrivederci”.

Li abbiamo chiamati eroi spesso e volentieri. Angeli della montagna, custodi dei ragazzi sulle vette. Il Velino ce lo insegna, in qualche modo, che i soccorritori volontari sono esseri umani che hanno una qualità in più rispetto agli altri, indubbiamente, quella del vivere anche per loro, per quei famosi “altri”, distanti da noi e dai nostri affetti il più delle volte. Ed Enzo Ventimiglia era così: viveva per sé, per la sua famiglia, per la sua fidanzata, ma anche per gli altri, quelli che andava ad aiutare. Era entrato nella squadra di Avezzano del Soccorso Alpino 15 anni fa, quando era solo un ragazzino. E da allora si è letteralmente innamorato di questa passione, rischiosa certo, ma che fa tanto bene al cuore e all’anima della gente.

Ha perso la vita di notte, per evitare un palo, a bordo della sua auto.

Io sono a capo della Stazione da 25 anni – ci spiega il soccorritore Fabio Manzocchi a cui appartengono tutte queste parole, sensibilmente scosso dall’addio all’amico – ed Enzo era una delle persone più straordinarie che avesse mai messo piede in stazione. Anzi, posso dire che lui è stata la più grande scommessa del Soccorso Alpino di Avezzano. Aveva una dote: c’era sempre per tutti. E questo modo di essere non si dimentica facilmente. Per me, Enzo sta sempre nella sua Magliano, anche adesso che non c’è più, con la sua famiglia, in attesa di salire in quota. In attesa di rispondere a qualche chiamata d’emergenza: mi sembra davvero assurdo che lui non si sia più, oggi”.

Enzo era il vice capo della Stazione del Soccorso Alpino di Avezzano, benvoluto da tutti, e non è una frase di circostanza. “Quando mandavo un messaggio alla nostra chat di gruppo del soccorso, Enzo rispondeva sempre, anzi era il primo a rispondere. A volte era quasi disamante la sua disponibilità, che era viva e vera anche nella vita di tutti i giorni, quella non ‘vestita’ degli abiti del soccorso. Era impressionante il tuo attaccamento a questa missione, tant’è che io a breve gli avrei lasciato il comando della Stazione: questo dettaglio del nostro rapporto, mi strazia il cuore ancora di più, la sua morte mi ha dilaniato”.

Fabio ed Enzo si sono scambiati l’ultimo messaggio prima dell’incidente mortale proprio il 14 febbraio scorso, nel giorno di San Valentino. Anche qui l’invito del capostazione a prendere tra le sue mani le redini della Stazione di Avezzano.

“Così stiamo lavorando bene, hai messo su una squadra vincente”, aveva risposto Enzo.

Enzo Ventimiglia, nonostante la sua giovane età, è stato tra i primi soccorritori d’Abruzzo ad arrivare a Rigopiano, il pomeriggio della tragedia. “La squadra dei soccorritori di Avezzano fu la prima a raggiungere la zona di quel terribile disastro. Dalla città della Marsica – racconta Fabio Manzocchi – partirono 5 volontari, ed Enzo era uno di loro. Anche allora – era il 2017 – non si tirò indietro. Per lui fu facilissimo armarsi e partire, per aiutare e salvare”.

Nei prossimi giorni il capostazione di Avezzano assieme al presidente del Soccorso Alpino Abruzzese faranno visita ai familiari di questo giovane pieno di futuro, per esprimere vicinanza e cordoglio. “Quella di Enzo era un’anima acqua e sapone. Non se ne trovano più così”.

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