Sono stati revocati qualche giorno fa gli arresti domiciliari per il celanese di 63 anni, E.B., indagato nella maxi operazione della Guardia Di Finanza di Rieti sul contrabbando di tabacchi diffuso, stando all’accusa, anche nella Marsica e partito proprio dalla Marsica.
Il 63enne, difeso dall’avvocato Carmelo Occhiuto, del Foro di Avezzano, era di fatti l’unico marsicano ad essere stato sottoposto alla misura cautelare “più grave”, quella degli arresti domiciliari. Sua moglie, una donna di 48 anni residente sempre a Celano S.T., finita nella rete della stessa indagine, era stata sottoposta alla misura cautelare dell’obbligo di firma.
Il legale difensore, però, presenterà appello anche al Tribunale del Riesame per far venir meno le altre 2 misure cautelari ancora in essere per il celanese, vale a dire l’obbligo di firma e l’obbligo di dimora a Celano. Per la difesa non sussisterebbe, cioè, il pericolo di reiterazione del reato, dato che gli ultimi episodi oggetto di indagine sono avvenuti tra i mesi di agosto e settembre 2019, quindi due anni fa quasi.
Il 21 giugno scorso, invece, si erano tenuti gli interrogatori di garanzia, di fronte al GIP del Tribunale di Avezzano, la dottoressa Proia, per i colpiti da misura cautelare nella Marsica.
5 sono le persone coinvolte nel territorio marsicano, secondo l’accusa, nell’ordito di un’associazione per delinquere finalizzata al commercio illegale di tabacchi.
L’inchiesta delle Fiamme Gialle di Rieti denominata “Tiguan” ha portato all’esecuzione di 12 misure cautelari nei confronti di soggetti tutti indiziati di appartenere ad un’associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacco, di carattere transnazionale.