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Infezioni ospedaliere prima causa di morte, si corre ai riparti

Si calcola infatti che le morti per questo tipo di infezioni supereranno quelle per cancro nella misura di dieci milioni contro otto

Controllo e gestione delle infezioni ospedaliere tramite l’uso appropriato di antibiotici e l’attivazione di pool di specialisti all’interno dei presidi ospedalieri.

Sono alcuni dei temi al centro del convegno in programma questa mattina, sabato 15 ottobre all’Aquila, all’hotel ‘La dimora del Baco’, a partire dalle ore 8.45.

I lavori, dal titolo: “Gestione delle infezioni correlate all’assistenza da Mdro, antimicrobial stewardship ed infection control”, sono stati organizzati dal direttore del reparto di malattie infettive dell’ospedale di L’Aquila, Alessandro Grimaldi, affiancato dalla coordinatrice infermieristica Roberta Priore, con il patrocinio della Asl della provincia di L’Aquila.

Al convegno parteciperanno figure di primo piano del panorama italiano della specifica filiera sanitaria, tra cui Nicola Petrosillo, direttore di Malattie infettive dello Spallanzani di Roma e Maria Mongardi dell’Universtià di Verona.

In apertura dei lavori interverranno il manager della Asl, Ferdinando Romano, e il direttore dell’agenzia sanitaria regionale Pierluigi Cosenza. Il convegno, oltreché figure specialistiche mediche, riguarda da vicino gli infermieri.

Le infezioni ospedaliere rappresentano un problema italiano e mondiale perché hanno un’elevata percentuale di mortalità che, secondo gli addetti ai lavori, è destinata a salire nei prossimi anni. Si calcola infatti che nel 2050 le morti per questo tipo di infezioni supereranno quelle per cancro nella misura di dieci milioni contro otto.

Alla luce dell’entità del fenomeno e delle serie conseguenze che ne scaturiscono la riduzione delle infezioni nei presidi rientra nel piano nazionale sanitario ed è uno degli obiettivi prioritari delle Asl.

“Tra le diverse misure correttive da introdurre”, dichiara Grimaldi, “c’è quella di un uso più appropriato di antibiotici che, se somministrati in modo eccessivo e improprio, possono favorire la diffusione e l’emergenza di ceppi di batteri resistenti agli antibiotici, con le conseguenti infezioni. Per una più efficace gestione e controllo delle infezioni, inoltre, sarebbe opportuno organizzare un team interno agli ospedali”, conclude Grimaldi; “composto da infettivologi, microbiologi nonché medici e infermieri delle direzioni sanitarie”.

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