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L’Aquila, Minoranza scrive al Prefetto

I capigruppo chiedono confronto al Prefetto "in merito alla gestione dell'attività del consiglio comunale da parte del Presidente del Consiglio"

La Minoranza del Consiglio comunale dell’Aquila si rivolge al Prefetto per chiedere un confronto su alcune problematiche relative alla gestione del consiglio comunale.

“I sottoscritti, Stefano Palumbo, Giustino Masciocco, Paolo Romano, Elia Serpetti, Lelio De Santis, Annalucia Bonanni, in qualità di capogruppo dei gruppi consiliari di minoranza al Comune dell’Aquila, – si legge nella lettera indirizzata al Prefetto Cinzia Torraco – con la presente sono a chiederLe un confronto in merito alla gestione dell’attività del consiglio comunale da parte del Presidente del Consiglio, avv. Roberto Tinari, ritenendo la stessa d’ostacolo ad un vero confronto democratico e non imparziale rispetto alle prerogative proprie dei ruoli di maggioranza e di opposizione.

Basti pensare che a distanza di ormai due settimane dal consiglio comunale tenutosi il 17 giugno non è dato ancora sapere se la votazione avvenuta sulla delibera “Approvazione dello schema di protocollo d’intesa tra il Comune dell’Aquila e l’ATER dell’Aquila relativo alla permuta del complesso residenziale Porta Leoni e dell’edificio di Preturo di proprietà ATER con unità residenziali di proprietà del Comune” è da ritenersi valida o, come pensiamo invece noi, sia da ripetere a causa della mancanza del numero legale al momento dell’appello (Art. 36 del Regolamento Comunale). Così come, nonostante la regione Abruzzo sia in regime di zona bianca ormai da settimane, non ci viene ancora concessa la possibilità di poter svolgere le commissioni consiliari in presenza. Per non parlare della convocazione di consigli comunali straordinari che avviene secondo criteri diversi a seconda di chi ne fa richiesta, in spregio alle chiare indicazioni previste nel regolamento comunale (Art. 25).

Per questi e per altri motivi, ci vediamo costretti a rivolgerci a Lei nella speranza di poter vedere presto ripristinate modalità consone all’attività istituzionale di un consiglio comunale di una città capoluogo di Regione.”

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