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Morte Proietti: il cordoglio della politica abruzzese

E' morto da poche ore e già si è fatta pesantissima la sua assenza. Da Liris alla Pezzopane: "Gigi con l'Abruzzo aveva un legame profondo".

Anche la Politica d’Abruzzo in lutto, senza colori, ma solo con veli neri oggi. Perché quando scompare un grande artista, che è riuscito, in vita, a convincere l’altolocato e l’operaio, proprio perché arriva e, con il suo talento, racconta la verità della realtà, qualcosa si perde a livello di umanità. Qualcosa si perde e, all’inizio, il futuro sembra un poco più vuoto.

PER GUIDO LIRIS, DELLA GIUNTA MARSILIO – SCOMPARE UN ARTISTA IMMORTALE – “La morte di Gigi Proietti colpisce e addolora. E’ stato un personaggio straordinario, un artista unico nel suo genere per la sua grande capacità di vestire i panni più disparati e di interpretare in maniera inimitabile qualsiasi tipo di ruolo. In queste ore di grande commozione ricordo con grande affetto il suo legame con l’Abruzzo, molto stretto e intenso. In particolare con il Teatro stabile regionale, di cui è stato anche presidente e che ha rappresentato un passaggio fondamentale per la sua maturità professionale. Il mondo della cultura italiana perde un riferimento imprenscindibile, ma la sua grande eredità, artistica e umana, resterà immortale, così come accade solo per i più grandi”.

PER STEFANIA PEZZOPANE, DEPUTATA DEL PD, PROIETTI AMAVA L’AQUILA E L’ABRUZZO – “Proprio oggi, il giorno del suo ottantesimo compleanno. Il grande Maestro, non ce l’ha fatta. Ho avuto per lui una ammirazione sconfinata. Orgogliosa di averlo conosciuto e di averlo nominato Pesidente del TSA nel 1999, quando ero assessore regionale alla cultura. Poter lavorare con lui e‘ stata per me un’esperienza indimenticabile. Era un uomo con una intelligenza ed una carica trascinante. Ho riso ai suoi spettacoli come non mai. Un vero mattatore, che passava dalla musica elevata quando faceva il verso a Louis Armstrong, a divertirci con le sue gag e provocazioni come con “Nun me rompe er ca’” e poi le celebri macchiette di Petrolini, per arrivare a Shakespeare. I primi successi di Proietti arrivano in una cantina adibita a teatro a Prati in cui recitava Brecht, ma poi l’exploit fu soprattutto con lo Stabile dell’Aquila diretto da Antonio Calenda, che lo guida in testi impegnativi di Gombrowicz e di Moravia. Amava L’Aquila e quando veniva, non rinunciava mai alla sua passeggiata ed a salutare gli amici dei suoi primi passi da attore. Stare con lui, anche solo 10 minuti ti dava la carica per sempre. Quella carica la porto sempre con me. Ho tanti bei ricordi, quanta energia ci ha regalato. Lo adorerò per sempre come milioni di altre donne ed uomini e lo piango, ora che non c’è più”.

FEBBO, CONSIGLIERE REGIONALE DI FORZA ITALIA: “LA SUA IRONIA PATRIMONIO DELLA NOSTRA CULTURA ITALIANA” – “Il maestro Gigi Proietti improvvisamente ci lascia e da oggi la sua encomiabile ironia diventerà un patrimonio della cultura italiana e non solo. Ricordo come, agli inizi degli anni 2000, in qualità di membro del CdA del Teatro Stabile dell’Aquila, ho avuto la fortuna di conoscere la grandezza, la competenza e il talento di Proietti, nella sua qualità di direttore, e da abruzzese sono orgoglioso che anche la mia terra e la Regione Abruzzo abbiano potuto apprezzare e far tesoro delle sue irripetibili qualità artistiche”.

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