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Occupazione, in Abruzzo è allarme

Regione registra il peggior dato a livello nazionale

Tra il quarto trimestre 2021 e il terzo trimestre di quest’anno, gli occupati in Abruzzo subiscono una flessione di ben 39mila unità. In valore percentuale la flessione è stata del 7,7%, in controtendenza con il dato nazionale che ha registrato un incremento dello 0,9%.

Tale flessione posiziona l’Abruzzo all’ultimo posto della graduatoria nazionale ed è il peggior risultato dei primi 9 mesi degli ultimi 10 anni.

Anche la disoccupazione registra dati allarmanti con un incremento di 3.000 disoccupati, pari al 7% con una tendenza opposta a quella nazionale che ha segnato un decremento del 15,5%.

“Tale incremento è in controtendenza con quasi tutte le altre regioni italiane nelle quali i disoccupati diminuiscono e posiziona l’Abruzzo al terzultimo posto della graduatoria nazionale”.

È quanto emerge dallo studio dell’economista Aldo Ronci, per conto della Cna, basato sui dati Istat.

Per occupati, occorre preliminarmente ricordare si intendono le persone di 15 anni e più che nella settimana di riferimento (a cui sono riferite le informazioni) che hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che prevede un corrispettivo monetario o in natura, hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente, sono assenti dal lavoro (ad esempio, per ferie, malattia o Cassa integrazione). E ancora i lavoratori indipendenti assenti dal lavoro, a eccezione dei coadiuvanti familiari, sono considerati occupati se, durante il periodo di assenza, continuano a mantenere l’attività. Per disoccupati invece si intendono le persone non occupate tra i 15 e i 64 anni che hanno effettuato almeno un’azione di ricerca di lavoro nelle quattro settimane che precedono la settimana di riferimento e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive.

Proseguendo nell’analisi, la disoccupazione registra dati allarmanti con un incremento di 3.000 disoccupati pari al 7% con una tendenza opposta a quella nazionale che ha segnato un decremento del 15,5%. Tale incremento è in controtendenza con quasi tutte le altre regioni italiane nelle quali i disoccupati diminuiscono e posiziona l’Abruzzo al terzultimo posto della graduatoria nazionale.
L’unico incremento si realizza in agricoltura (+11,4% a fronte dello 0,8% nazionale). Nelle costruzioni (‐19,2 vs +4,4% italiano) e nei servizi (‐4,7% vs ‐0,5%) i decrementi hanno posizionato l’Abruzzo al penultimo posto della graduatoria delle regioni italiane.

Nell’industria (‐11,3% vs +0,9%) e nel commercio, negli alberghi e nei ristoranti (‐ 10,1% vs +3,4%) le flessioni hanno determinato il posizionamento dell’Abruzzo all’ultimo posto della graduatoria nazionale.

Il tasso di occupazione in Abruzzo nel IV trimestre 2021 è stato del 61,8%, valore superiore al tasso nazionale del 59,5%, ma nel III trimestre 2022 il tasso abruzzese subisce una flessione e si attesta al 56,9%, dato quest’ultimo inferiore a quello nazionale del 60,3%.

Una situazione preoccupante che riferisce la ricerca, è l’effetto una dinamica dell’impresa che vede l’Abruzzo registrare un incremento percentuale di appena lo 0,18% che è pari ad 1/3 rispetto all’incremento nazionale dello 0,52% e posiziona l’Abruzzo al terzultimo posto della graduatoria nazionale.
Parimenti si registra un andamento dell’export che, con una flessione dello 0,4%, in controtendenza con l’incremento nazionale del 21,2%, segna una battuta d’arresto e posiziona l’Abruzzo al penultimo posto della graduatoria nazionale.

“Tale difficoltà, come già detto altre volte, è da imputare soprattutto al fatto che il sistema produttivo abruzzese è composto per la gran parte da micro e piccole e medie imprese che comunque rappresentano il 96% del totale delle imprese e impiegano il 56% degli occupati. Esse hanno problemi di carattere strutturale e una scarsa propensione all’innovazione e pertanto c’è l’esigenza di escogitare iniziative e reperire risorse capaci di promuovere il miglioramento della competitività”.

In Abruzzo, nel IV trimestre 2021 i disoccupati ammontavano a 45 mila unità e nel III trimestre 2022 diventano 48 mila registrando un incremento di 3 mila unità.

Nei primi 9 mesi 2022 i disoccupa‐ ti abruzzesi han‐ no registrato un incremento del 7%, valore in controtendenza rispetto a quello italiano che ha segnato un decremento del 15,5%. L’incremento così elevato posiziona l’Abruzzo al terzultimo posto della graduatoria nazionale. L’incremento del 7% è in controtendenza con quasi tutte le altre regioni italiane nelle quali i disoccupati diminuiscono e posiziona l’Abruzzo al terzultimo posto della graduatoria nazionale.

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