«L’Aquila candidata per le Olimpiadi invernali del 2026 per il rilancio definitivo di una città e di un territorio segnati da un drammatico terremoto che nel 2009 ha commosso il mondo intero, attivando una vera e propria gara di solidarietà e sostegno. Sarebbe un messaggio di grande valore sportivo, politico e sociale, nel rispetto delle indicazioni date dal Governo al Coni». E’ questa la proposta formulata in una lettera inviata al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti dal deputato di Forza Italia Antonio Martino, eletto nel collegio provinciale dell’Aquila. Il capogruppo azzurro nella commissione Finanze e Tesoro irrompe con una candidatura «strategica, sensata ed innovativa» nell’ambito del dibattito nazionale in atto sulle candidature presentate da Torino, Milano e Cortina. Martino scrive all’importante uomo di governo leghista dopo che quest’ultimo ha sottolineato che «il Governo darà sostegno alla candidatura italiana» invitando però il Coni e il suo presidente, Giovanni Malago’, a fare scelte condivise che valutino prioritariamente il contenimento dei costi.
«La candidatura dell’Aquila si sposa perfettamente con la filosofia indicata dal Governo del Cambiamento nel quale ha un ruolo determinante la Lega, nostro alleato nella coalizione di centrodestra – spiega ancora il 42enne imprenditore abruzzese alla prima esperienza in Parlamento -. L’Aquila e il suo comprensorio sono nel pieno della ricostruzione post terremoto, parliamo già di 15 miliardi di euro investiti dal Paese, può contare su stazioni invernali all’avanguardia, nei prossimi anni l’azione di rilancio entrerà nel vivo quindi lo svolgimento delle Olimpiadi invernali potrebbe rappresentare il sigillo alla Rinascita. Vogliamo sapere dal sottosegretario Giorgetti, perché no L’Aquila? Naturalmente, tutto ciò, senza nulla togliere alle autorevolissime candidature di Milano, Torino e Cortina», chiarisce Martino.
Il parlamentare abruzzese conclude ricordando che «nel 2009, subito dopo il sisma del 6 aprile, il presidente Berlusconi, allora premier, non esito’ a spostare dalla Maddalena, dove i lavori erano in stato avanzato, all’Aquila la sede del G8, un’azione che produsse un grande beneficio e ritorni economici e di immagine per un territorio in ginocchio per il drammatico evento».
Fonte: Asipress
Foto di: FarodiRoma