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Pietrucci: “Una regione senza futuro nelle parole di Marsilio”

Il consigliere del Pd: "L’Abruzzo interno e L’Aquila scompaiono. Gli assessori aquilani e teramani battano un colpo"

L’Abruzzo ha un vero futuro solo se si collega con le direttrici strategiche dello sviluppo nazionale ed europeo.
Solo in questo modo si può immaginare una prospettiva per le prossime generazioni.
Bisogna avere questa visione ambiziosa e coraggiosa, ora che l’Italia e l’Europa sono chiamate a decidere le loro infrastrutture vitali investendo sulla transizione green e sull’innovazione digitale con le gigantesche risorse del Next Generation EU e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Per questo è deludente la roboante e logorroica conferenza stampa di Marsilio di ieri.
Deludente perché l’Abruzzo finisce per essere solo area di passaggio lungo il già deciso Corridoio Baltico-Adriatico che collega il Nord Europa a Ravenna e poi verso il sud all’area pugliese di Bari-Brindisi-Taranto, mentre ignora totalmente la prospettiva del Corridoio Mediterraneo che unisce la Spagna da Barcellona a Ploce in Croazia, fino a collegarsi con il “Ramo C” del Corridoio 5 Budapest-Kiev e che – attraversando l’Italia – incontra il territorio ideale di transito nell’Abruzzo e nel Lazio collegando i Porti abruzzesi e il Porto di Civitavecchia, in una connessione est-ovest e verso il medio Oriente.
E’ tra i nostri porti e Civitavecchia che si gioca la vera partita, spostando dalla strada all’acqua gran parte del traffico di merci (830 milioni di tonn./anno tra l’Europa Mediterranea e l’area balcanica-danubiana), che produce forti intasamenti nelle regioni transpadane, con problemi di viabilità, sicurezza, consumi e inquinamento.
Questo implica che i porti di Ortona e Pescara, attualmente inseriti nell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Centrale cambino la loro collocazione per essere trasferiti sotto il controllo dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Tirreno Centro-Settentrionale.
E’ questa la sfida da mettere in campo, invece di accontentarsi di risparmiare 30 minuti da Pescara a Roma con una nuova ferrovia che costerà 6.5 miliardi di euro.
Perché questa scelta chiamerà in causa il futuro dell’A24 e dell’A25 verso L’Aquila, Teramo e le Marche: cosa sarà di questa autostrada? La sua gestione sarà sostenibile adesso che il PEF è in approvazione? Oppure diventerà una superstrada (gratuita) come la E45? Qualcuno se lo sta chiedendo?
La verità è che in un’ora e venti minuti di conferenza stampa Marsilio non è mai citato non solo L’Aquila, ma il ruolo della dorsale appenninica e le aree interne sui due fronti del Gran Sasso, che restano ai margini del “suo” nuovo Abruzzo. Marsilio immagina una regione a due velocità che finirà per danneggiare l’intero sistema.
L’impressione è che Marsilio (all’opposizione del Governo nazionale) abbia voluto buttare sul tappeto un pot-pourri di scenari purtroppo privi di una visione, di una condivisione istituzionale e politica.
Questo spiega la presenza muta degli assessori (aquilani e teramani) chiamati a fare le vallette di scelte su cui non hanno messo becco e che ignorano completamente i destini dei loro territori e delle loro comunità.

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