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Polizia locale: nuovo regolamento non recepisce legge 42

Pettinari: "Un'occasione persa"

“Un’occasione persa” la definisce così il vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari, l’attuazione della legge regionale 42 del 2013 in tema di Polizia locale, appresa dalla stampa. A spiegarne nel dettaglio le motivazioni è lo stesso Pettinari.

“Da anni chiediamo l’attuazione della norma che giace nei cassetti dal 2013. Quasi dieci anni per approvare un regolamento attuativo e alla fine scopriamo che non recepisce neanche tutti i punti previsti dalla normativa. Una beffa, l’ennesima, da parte di questa Giunta regionale di centrodestra. Sono anni che chiedo un riconoscimento per la polizia locale e dopo quasi un decennio di attesa, il centrodestra arriva ad approvare un regolamento mancante proprio di quegli aspetti più tecnici che dovrebbero uniformare il servizio in tutta la regione. Il nodo non è solo sulle divise e la dotazione di veicoli, ma sulla formazione, turnazione, forza lavoro in base al numero di abitanti e altri parametri indispensabili che non sono assolutamente stati esplicati nel regolamento”.

“Un documento attuativo – continua Pettinari – deve far capo per intero alla norma a cui si riferisce, altrimenti siamo davanti all’ennesimo documento spot che arriva fuori tempo massimo giusto per mettere un’altra tacca sul bastone della propaganda. È indispensabile che il Consiglio regionale intervenga per correggere il tiro.

“Porterò io stesso l’argomento sui banchi di discussione – incalza il vicepresidente – attraverso un’interpellanza nel merito. Chiederò il motivo per cui alcuni parametri fondamentali della legge non sono stati inseriti. Per esempio la Regione ha istituito la Scuola Regionale, ma non ha stabilito i requisiti per l’accesso che devono essere uniformi per tutto il territorio. Non ha stabilito i principi organizzativi dei Corpi di Polizia locale, come invece viene previsto dall’articolo 10 della norma, individuando i parametri di riferimento per determinare organigramma e dotazione organica, sulla base di fattori quali la popolazione residente, temporanea e fluttuante; della presenza dei nodi stradali critici, dell’andamento medio dei flussi di traffico, della presenza scolastica e universitaria, della vocazione turistica del territorio, del tipo e quantità degli insediamenti produttivi e commerciali”.

“Altresì non ha stabilito, come invece previsto dall’articolo 14 della norma, le forme di incentivazione i criteri e le modalità di assegnazione delle risorse finanziarie per le gestioni associate. Anche i modelli operativi e organizzativi, definiti dall’articolo 24 della legge, non sono stati definiti. Manca quindi una promozione dell’esercizio omogenea delle funzioni della polizia locale. Sono punti indispensabili che dopo quasi un decennio di attesa ci saremmo aspettati di trovare nel regolamento attuativo. – prosegue il pentastellato – La Giunta deve dar seguito a quanto disciplinato dalla norma e quindi chiedo che il regolamento sia implementato. Che sia formulata una direttiva in materia di criteri e sistemi di selezione per l’accesso e per la formazione iniziale degli operatori della polizia locale, individuando i requisiti fisico funzionali e psicoattitudinali necessari per l’accesso nei ruoli di polizia locale. Come anche i criteri relativi alla quantificazione, articolazione e contenuti per la realizzazione della formazione iniziale”.

“Bisogna inoltre formulare una direttiva che contenga gli standard qualitativi dei servizi dei Corpi di Polizia Locale definendo anche i criteri generali di deroga ai modelli individuati e prevedere una periodica revisione sulla base di un costante monitoraggio e adeguamento. Chiederò, inoltre, che la Regione Abruzzo individui dei punti fondamentali sull’individuazione degli ambiti territoriali ottimali di riferimento. Si dovrebbe anche esplicitare chiaramente quando si riconosce lo status di Corpo di polizia locale e i criteri di deroga e quindi quanti addetti deve avere ogni Corpo per rispettare gli standard dopo aver definito i parametri. Ogni Comune, inoltre, dovrebbe prevedere gli stessi requisiti per assumere un agente o un addetto al coordinamento e controllo e imporre la gestione associata e incentivarla. Per quanto attinente alla formazione il regolamento approvato non prevedere modelli di formazione iniziale omogenei”.

“Il Regolamento approvato dalla Giunta, poi, non stabilisce quante ore deve essere aperto ogni comando in rapporto al numero di addetti. Invece andrebbe definito con una tabella standard. Anche sugli orari di servizio non ci sono punti di riferimento specifici che invece dovrebbero essere inseriti. Per esempio fino a 46 addetti non meno di 11,30 ore giornaliere su turni, oltre 46 addetti non meno di 17 ore giornaliere su turni, e così via. Gli standard qualitativi – conclude Pettinari – dovrebbero prevedere criteri obbligatori e altri facoltativi. Tra gli obbligatori, per esempio una Centrale Radio operativa con sistema di radio comunicazione, due telefoni fissi, sistema informatico di presa in carico delle segnalazioni dei cittadini, dispositivi per funzionamento di almeno 6 ore in caso di blackout. Poi uniformi fregi e segni distintivi e un regolamento del corpo. Tra i facoltativi l’utilizzo volontariato, supporto al controllo di comunità, strumenti di autotutela, de materializzazione di procedure complesse, dotazione organica di personale amministrativo per attività specifiche”.

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