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Precari Asl, De Amicis: “Molti vanno a casa”

Alfonso De Amicis, tra i promotori, all'Aquila, del Comitato in difesa del Sistema Sanitario Nazionale. interviene sulla questione

“È in atto nella Asl 1 di Avezzano-Sulmona-L’Aquila, una delle tante azioni che rientrano appieno nella logica che è propria del liberismo economico, lo stesso che si è impossessato della sanità pubblica”.

Lo dichiara in una nota Alfonso De Amicis, tra i promotori, all’Aquila, del Comitato in difesa del Sistema Sanitario Nazionale.
“I lavoratori precari di cooperativa sociale – continua De Amicis – quelli somministrati delle agenzie interinali fino ad arrivare agli addetti alle pulizie – ci riferiamo a lavoratori di tutte le età – vengono messi gli uni contro gli altri, generazioni contro altre generazioni, provando sulla loro pelle la logica” di cui sopra”.
“Per cui si è arrivati, in una Asl provinciale – che, al contrario di quanto affermano i ‘soloni’ ed i vari (presunti) esperti di bilancio pubblico che ragliano contro qualsiasi cosa somigli a un pur goffo tentativo di salvare ed ampliare l’occupazione – ha un disperato bisogno di personale in ogni settore, ad utilizzare i concorsi pubblici per randellare chi non è in grado, per età, condizione familiare, sociale, economica, eccetera, di affrontarli e di superarli”, aggiunge.
“Ed ecco, ad esempio, che ‘magicamente’, grazie all’impegno ideologico e totalmente antiscientifico ed antieconomico dei manager e dei vari dirigenti (le politiche e le remunerazioni di stampo keynesiano vanno bene solo quando riguardano loro, non il resto del mondo), vanno a casa operatori sociosanitari dopo addirittura oltre venti anni di esperienza sul campo, anni passati ad attendere di poter essere internalizzati o stabilizzati (lo stesso destino che può colpire altri lavoratori, come i supporti amministrativi)”, dice poi De Amicis.
“Ecco che, sempre ‘magicamente’, vengono calpestate, da una politica minuscola e mediocre, le più ovvie e assolutamente non abnormi aspirazioni di persone che vorrebbero evitare di abbandonare questo territorio, di uscire dal precariato e che invece devono beccarsi – è questo uno dei trucchi di chi comanda e c’è chi purtroppo ci casca, sindacati compresi, con tutte le scarpe – le critiche perché non sono disoccupati e le critiche quando lo diventano, perché tanti altri disoccupati non hanno la fortuna di lavorare – per stipendi troppo spesso ridicoli – per poi ritrovarsi disoccupati e ‘perché la legge dice questo””, afferma ancora.
“Nel frattempo, la provincia aquilana continua a balcanizzarsi e a svuotarsi. E la sanità pubblica subisce lo smantellamento passo dopo passo, per arrivare ad privatizzazione completa. Un percorso che non si arresta, checché ne dicano i ‘tranquillizzatori’ in giacca e cravatta, ma che, al contrario, sta portando dritto dritto alle sabbie mobili anglosassoni e made in Usa. E sempre nel frattempo la Regione Abruzzo, con una politica aquilana ormai totalmente afona, piazza un maxi appalto per la pulizia e la sanificazione delle strutture sanitarie per la modica cifra di 137 milioni di euro in cinque anni. Quasi ventisette milioni e mezzo di euro ogni anno. Evidentemente, internalizzare il servizio pareva brutto. Soprattutto per i ‘prenditori’ privati che fanno il bello e il cattivo tempo anche grazie alla funzionale presenza di Cgil, Cisl e Uil”, conclude De Amicis.
Comunicato stampa

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