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Rigopiano, difesa prefetto: “fu tenuto all’oscuro di tutto”

Avvocato Caiazza: "depistaggio contestazione fantascientifica"

“Il prefetto è stato tenuto all’oscuro di quanto stava accadendo tra Farindola e l’hotel Rigopiano”.

Il penalista Gian Domenico Caiazza, difensore dell’allora prefetto di Pescara Francesco Provolo e della dirigente Ida De Cesaris, per i quali l’accusa ha chiesto rispettivamente 12 e 9 anni di reclusione, lancia un vero e proprio macigno contro la Provincia di Pescara nel processo per il crollo dell’hotel Rigopiano, travolto da una valanga il 18 gennaio 2017 con la morte di 29 persone.

In particolare secondo Caiazza i dirigenti dell’ente Paolo D’Incecco, Mauro Di Blasio e Alberto Giancaterino avrebbero tentato di gestire tra loro alcune emergenze che si stavano creando, specie sul fronte della viabilità, nelle drammatiche ore prima della tragedia.

“Fino al 17 gennaio la strada per Rigopiano era transitabile, tanto che alcuni ospiti sono stati scortati dall’Hotel al bivio Mirri; la situazione precipita nella notte tra il 17 e il 18 gennaio, quando la Strada Provinciale 8 collassa. Già dalle 7.00 del 18 si segnala la necessità di un turbina, quella della Provincia è rotta, ma – ha detto Caiazza oggi in aula nel Tribunale di Pescara – nulla di tutto questo viene segnalato in Prefettura e tutte le informazioni restano nel ristretto perimetro dei tre dirigenti della Provincia”.

Non ha risparmiato colpi alla pubblica accusa Caiazza in difesa di Provolo sul quale pende anche l’accusa di depistaggio.

“Una contestazione che definirei fantascientifica. Mi è stato perfino difficile costruire un impianto difensivo perché non si capisce di cosa viene accusato il prefetto. Si parla di una telefonata giunta alle 11.38 che sarebbe stata sottratta dalla documentazione, senza tenere conto che non esistono brogliacci sulla circolazione di informazioni in quelle ore”.

Secondo Caiazza la Prefettura avrebbe operato nel pieno rispetto dell’emergenza con l’attivazione, già dal 16 gennaio, del Ccs, entrato nel pieno delle sue funzioni sì il 18, ma già attivo con tanto di Sala Operativa dal 16.

“Spero che questa ricostruzione – conclude – già di per sé possa valere a restituire onore a un servitore dello Stato che non ha compiuto nulla che possa essere messo in connessione con questa tragedia”

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