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Salvò 450 persone da nazisti, L’Aquila intitola giardino

Area verde quartiere Sant'Antonio dedicata a Mario De Nardis

Il giardino del quartiere residenziale di Sant’Antonio a L’Aquila intitolato a Mario De Nardis, funzionario capo della locale Questura durante la Seconda guerra mondiale, già insignito, nel 2022, dallo Yad Vashem, l’ente preposto per la memoria, della più alta onorificenza civile di Giusto tra le nazioni, per aver salvato la vita di oltre 450 persone dal regime nazista.

Ieri la cerimonia di intitolazione. Nel corso della sua carriera, De Nardis fu responsabile degli ebrei internati nell’Aquilano e si adoperò per proteggere le famiglie Billig, Fleischmann e Dagan, dai rastrellamenti delle truppe naziste in Abruzzo salvandole dalla deportazione nei campi di sterminio.

A rievocare i fatti storici, nel corso della cerimonia odierna, i racconti di Yaakov, figlio del sopravvissuto Manfred Billig, e dei pronipoti di De Nardis, Lorenzo Ferrante e Davide Pitone. Presenti, tra gli altri, anche l’ambasciatore d’Israele in Italia, Alon Bar, il prefetto dell’Aquila, Cinzia Torraco, il questore, Enrico De Simone, e le principali autorità locali, oltre a due scolaresche del liceo scientifico Bafile e della scuola elementare Giovanni XXIII.

“Abbiamo scelto di posizionare la targa in memoria del nostro concittadino De Nardis – dichiara il sindaco, Pierluigi Biondi – nel luogo dove sorgerà il quartier generale del Centro nazionale del servizio civile universale i cui volontari potranno usufruire degli alloggi antisismici realizzati dopo il terremoto del 2009. La rigenerazione urbana del complesso e il trasferimento della memoria ai tanti giovani che popoleranno il quartiere assumono così un valore ancora più profondo”.

“Mario De Nardis – afferma l’ambasciatore Alon Bar – con il suo atto di coraggio, non solo ha salvato delle vite in pericolo, ma ha garantito l’esistenza di intere generazioni che, senza il suo intervento, non sarebbero potute essere qui con noi oggi. Questo giardino, con la storia che porta incisa nella targa che gli dà nome, può essere uno dei luoghi sui quali edificare il nostro futuro”.

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