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Sanità: centrosinistra chiede dimissioni Romano e Verì

“A nessuno dei punti che con garbo e compostezza, insieme ai sindacati, abbiamo ben rappresentato all’attenzione della dirigenza è stata data una risposta ragionevole"

“Contravvenendo ad ogni dettato normativo la Asl dell’Aquila sta prevedendo la Casa della comunità all’interno dell’ospedale San Salvatore, una decisione fuori da ogni logica considerando che le nuove strutture socio-sanitarie che entreranno a far parte del Servizio Sanitario Nazionale hanno l’obiettivo di rafforzare l’assistenza territoriale alleggerendo il lavoro dei nosocomi. Una notizia scioccante che abbiamo appreso quasi per caso ieri durante l’incontro che abbiamo chiesto e ottenuto con il management dell’azienda sanitaria, che diventa grottesca se si pensa che i locali individuati sono nei piani superiori al Cup, già oggi in sofferenza, e che le stesse Case della comunità prevedono un proprio centro di prenotazione”.

Lo hanno denunciato i consiglieri comunali Stefano Albano, Stefano Palumbo, Stefania Pezzopane, Simona Giannangeli ed Elia Serpetti, in rappresentanza di tutti i gruppi di opposizione al Consiglio comunale dell’Aquila, e il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci, che tornano a chiedere le dimissioni del direttore generale della Asl Ferdinando Romano e dell’assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì.

“Il motivo per il quale non si sarebbe scelto Collemaggio come tutti si aspettavano quale location per la Casa della comunità sarebbe legato al fatto che mancano circa 5 milioni di euro nella programmazione del Pnrr” ha spiegato Albano, che ha svelato come “per affrontare lo stravolgimento della viabilità che subirebbe il San Salvatore è previsto un project financing per due nuovi parcheggi. Dunque dobbiamo aspettarci parcheggi a pagamento per andare all’ospedale! Inoltre sulla vicenda dei Nuclei di Cure Primarie abbiamo assistito da parte del management asl a balbettii e scarica barile verso la Regione Abruzzo, che a detta di Romano, non fornisce dati chiari relativamente la capienza del fondo di riferimento. Purtroppo diversi medici ed operatori coinvolti hanno confermato che il rischio chiusura di alcuni nuclei a dicembre 2023 è altissimo, con conseguente rischio di perdita dei posti di lavoro del personale amministrativo e infermieristico”.

“A nessuno dei punti che con garbo e compostezza, insieme ai sindacati, abbiamo ben rappresentato all’attenzione della dirigenza è stata data una risposta ragionevole, anzi abbiamo avuto risposte kafkiane e arroganti. È chiaro l’indirizzo a livello nazionale di una destra culturalmente autarchica e gerarchica di smantellare il sistema sanitario universale che, a cascata, si riversa anche sulle gestioni della sanità a livello locale. Proseguirà in ogni sede la mobilitazione di denuncia e protesta finché non saremo tornati a un’offerta sanitaria decente, confacente al principio di Universalità del diritto alla salute”, ha commentato Pietrucci.

“Romano non ha fatto alcuna concessione a ricevere la nostra delegazione perché era stato convocato nelle sedi istituzionali per essere audito ufficialmente sull’attacco hacker – ha ricordato Palumbo – e lui ha declinato manifestando impossibilità per un potenziale riserbo delle informazioni che poi il garante della privacy ha prontamente smentito”.

“C’è un corto circuito politico perché a fronte delle nostre denunce che vanno avanti da mesi la risposta è il silenzio più totale, ricordo che quando al governo non c’era la filiera di Fratelli d’Italia, l’attuale sindaco Biondi si lamentava puntualmente per questioni risibili rispetto ai problemi di oggi, rispetto ai quali lui è imboscato e questo è inaccettabile”, ha aggiunto Palumbo.

“Romano non si assume alcuna responsabilità – ha rilevato Simona Giannangeli – e ieri ha saputo narrare una realtà parallela per la quale la Casa di comunità, che per legge deve essere delocalizzata rispetto all’ospedale, può benissimo stare dentro all’ospedale! Nessuna certezza sul futuro dei nuclei di cure primarie, rispetto ai quali Romano ha detto che attende di sapere la capienza del fondo ad hoc dalla Regione. Alla mia domanda su dove si curasse, per non rendersi conto dello stato della sanità aquilana, con un’arroganza senza pari ha risposto: ‘Io non mi curo’”.

“La Asl vive una condizione grave – dichiara Stefania Pezzopane – la vicenda dell’attacco informatico è solo la punta dell’iceberg. Ieri il Direttore generale non ha dato risposte, ha scaricato sulla regione per poi rettificare nel corso della riunione. Su Nuclei Cure Primarie e case di comunità previste dal Pnrr una mancanza di visione ed un intento punitivo verso gli utenti e gli operatori sanitari locali”.

Prende la parola infine Elia Serpetti: “nella totale incapacità, di porre rimedio, fornire risposte, risolvere problemi rimane solo una possibilità di uscita: Marsilio, Biondi e l’intero Governo regionale di centro destra prendano atto delle politiche fallimentari della Regione Abruzzo in materia sanitaria e si assumano la responsabilità di quanto sta accadendo, trovando soluzioni ai problemi dei cittadini piuttosto che trovarle ai loro”.

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