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Sicurezza A24-A25, assolti vertici Strade dei Parchi

Le perizie "hanno escluso qualsiasi rischio di crollo parziale e totale" e confermato la sicurezza sismica

Non sussistono prove che “le condotte degli imputati abbiano messo in pericolo la sicurezza del traffico” sulle autostrade A24 e A25, tenuto conto che le perizie “hanno escluso qualsiasi rischio di crollo parziale e totale” e confermato la sicurezza sismica.

Infondate sono anche le accuse dell’inadempimento e della frode nelle pubbliche forniture, visto che la regolarità del servizio è stata garantita e le opere di manutenzione ordinaria sono state effettuate “in misura maggiore rispetto al contratto”.

Sono questi i passaggi salienti delle motivazioni della sentenza, depositate nei giorni scorsi, con cui il giudice per le udienze preliminari del tribunale dell’Aquila, Guendalina Buccella, l’8 marzo scorso nel processo con rito abbreviato, ha assolto con formula piena, “perché il fatto non sussiste”, i vertici di Strada dei Parchi Spa, ex concessionaria delle autostrade A24 e A25, del gruppo abruzzese Toto, nel processo sull’ammaloramento dei viadotti nel territorio dell’Aquila.

Quanto stabilito dalla sentenza è destinato a incidere anche sul contenzioso giudiziario legato alla revoca in danno della concessione nei confronti della Spa del gruppo Toto da parte del Consiglio dei ministri con un provvedimento dello scorso 7 luglio, impugnato da Sdp, che si basa proprio sulle inadempienze nella manutenzione e sul pericolo crolli di ponti e viadotti.

Sulla revoca dopo i pronunciamenti del Tar, che ha rimesso in pista per due volte Sdp, e del Consiglio di Stato che ha confermato la gestione, dal primo agosto 2022, nelle mani di Anas, si attende il verdetto della Corte Costituzionale al quale il Tar del Lazio ha chiesto di chiarire la legittimità della decisione dell’allora governo Draghi. Da fonti aziendali di Sdp, che per le conseguenze della revoca ha chiesto ed è stata ammessa al concordato preventivo con pagamenti al 100% dalla XIV Sezione Civile del Tribunale di Roma, emerge che le motivazioni escludono ogni tipo di responsabilità nella gestione delle due arterie: “l’ampiezza assolutoria con la formula ‘il fatto non sussiste’, sgombera definitivamente il campo da qualsiasi dubbio sulla gestione della Concessione autostradale.

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