Sostanza stupefacente (56 grammi di hashish e 26 di cocaina) nella zona antistante l’istituto, due cellulari scovati nella cella di un detenuto di etnia rom, un altro ristretto, albanese, scoperto in flagranza di reato mentre era collegato a Tik Tok. Ma anche una violenta testata al volto un Agente di Polizia Penitenziaria. È la sintesi di quando avvenuto negli ultimi giorni nella Casa circondariale di Teramo.
A dare la notizia è Giuseppe Pallini, segretario provinciale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “È sempre grazie all’alta professionalità dei Baschi Azzurri di Teramo che ancora una volta si è riusciti a garantire la sicurezza interna dell’istituto. Oramai anche il rinvenimento di quantitativi di sostanza stupefacente, così come le aggressioni al personale, sta facendo statistica e senza un immediato intervento dell’amministrazione sarà sempre più difficile garantire la legalità e la sicurezza all’interno dei penitenziari italiani”.
“La pur significativa carenza organica del penitenziario viene colmata dalla grande professionalità degli uomini e delle donne della Polizia Penitenziaria”.
Pallini evidenzia che “un detenuto albanese è stato sorpreso dagli Agenti in flagranza di reato all’interno della cella mentre con un telefono cellulare chattava sulla piattaforma Tik Tok mentre altri due telefoni cellulari sono stati rinvenuti dietro a delle mensole all’interno di una cella occupata da un detenuto di etnia rom. 56 grammi di hascish e 26 di cocaina sono invece stati rinvenuti occultati nella zona antistante l’istituto, sicuramente destinati allo spaccio interno”.
Ma il sindacalista denuncia anche un grave fatto violento, accaduto nel carcere teramano sabato: “il grave episodio è avvenuto nel Reparto Sanitario del carcere, dove un detenuto rumeno, senza alcun problema sanitario e con fine pena 2049 che qualche giorno addietro aveva tentato di aggredire un Ispettore, ha sferrato una testata sul volto del malcapitato Agente il quale, dapprima medicato, è stato successivamente inviato presso il Nosocomio, dove gli è stato riscontrato la frattura composta del setto nasale con diagnosi di dieci giorni. Siamo sconcertati dall’assenza di provvedimenti in merito da parte del PRAP Roma e DAP contro chi si rende responsabile di queste inaccettabili violenze, determinando quasi un effetto emulazione per gli altri ristretti violenti”.
Pallini torna a sollecitare l’intervento del Sottosegretario alla Giustizia Delmastro, che è stato in visita all’istituto teramano lo scorso 29 aprile: “è urgente l’adozione di quei provvedimenti che ci aveva garantito contro i detenuti”.
“Quel che è avvenuto nel carcere di Termo porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria, specie rispetto a soggetti che non perdono occasione per creare problemi all’ordine ed alla sicurezza interna durante la detenzione”, evidenzia il segretario generale del SAPPE Donato Capece, che rivolge “solidarietà e vicinanza al Personale di Polizia Penitenziaria della Casa circondariale di Teramo, ed al collega ferito in particolare” e giudica la condotta del detenuto “irresponsabile e gravissima”.
Ricorda che “la Polizia Penitenziaria è quotidianamente impegnata nell’attività di contrasto all’introduzione di telefoni cellulari ed alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori”.
Per il SAPPE “è urgente e non più differibile trovare soluzioni al personale di Polizia Penitenziaria che opera, sotto organico e con mille difficoltà, nel carcere di Teramo e nonostante tutto garantisce al meglio i compiti di sicurezza”: per questo il primo Sindacato della Polizia torna a sollecitare un intervento dei vertici dell’Amministrazione Penitenziaria.