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VIDEO. Il Ministro Beatrice Lorenzin ad Avezzano: futura sanità, passi in avanti e nuovo Ospedale sulla sua agenda

[KGVID poster=”http://www.infomedianews.it/wp-content/uploads/2016/12/AvezzanoLorenzinOspedale_thumb86.jpg” width=”640″ height=”360″]http://www.infomedianews.it/video/AvezzanoLorenzinOspedale.mp4[/KGVID] Sulle pagine del taccuino di pelle del Ministro, questa volta, è finito il nome di una città dell’Abruzzo: Avezzano. Gli effetti della filosofia della politica della sanità sono quelli maggiormente collaterali. Visita più che attesa, quella di stamattina, nella città marsicana del Parco Torlonia: il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha fatto tappa all’Ospedale Civile ‘SS. Filippo e Nicola‘ della città di Avezzano. La donna a capo dell’organizzazione pubblia della salute, di fatti, ha visitato i reparti di Pediatria e di Neurologia, assieme ad un nutrito gruppo di rappresentanti del territorio. Il Ministro, di fronte ad una platea di sindaci ed operatori della Sanità locale, ringraziando per la calorosa accoglienza ricevuta, ha posto l’accento sul fatto che: «La visita in un’Ospedale medio-piccolo, come quello di Avezzano, è stata,in realtà, molto interessante. Noi ministri siamo abituati, per nostra natura, ad andare in visita nei grandi ospedali ad alta intensità, e non nelle strutture più piccole, che invece, a mio avviso, costituiscono il tessuto vivo della rete ospedaliera di un territorio. Sono loro, infatti, che permettono anche di far funzionare tutto il resto. Qui, ad Avezzano, io mi rivolgo a chi di dovere affinché il Nuovo Ospedale non attenda anni ed anni per la sua edificazione. Noi – ha affermato – abbiamo stanziato questi 23 milioni di euro molto volentieri  per la realizzazione dell’opera, quindi, credo che, per ora, il più sia stato fatto». 

Successivamente, il Ministro si è intrattenuto con gli operatori sanitari del territorio, parlando del volto della sanità del futuro. «Girando per i reparti della struttura, al di là della visita ufficiale, – ha detto – ho incontrato tanti bravi professionisti del settore; è ovvio che la struttura è vecchia: si vede soprattutto dall’aspetto dei reparti. Credo che, infatti, questa comunità meriti una struttura ospedaliera adeguata e al livello dei professionisti che ospita. Tra l’altro, Avezzano detiene un ottimo punteggio nelle griglie LEA per più di una patologia: spero, quindi, vivamente, di non dover aspettare quattro anni per la posa della prima pietra del Nuovo Ospedale. Anzi, vorrei seguire l’andamento dei lavori, passo dopo passo».

Affianco al Ministro, il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, l’onorevole Filippo Piccone, la senatrice Federica Chiavaroli, il direttore amministrativo Laura Coppola, il direttore sanitario Teresa Colizza, il direttore sanitario di presidio Lora Cipollone, la dottoressa Antonella Gualtieri del reparto di Pediatria e il professor Antonio Carolei del reparto di Neurochirurgia. Una sanità su misura per un territorio che vorrebbe e desidererebbe sentirsi più che in salute: questo il nocciolo della questione. La Lorenzin, dal canto suo, ha tracciato, in conferenza stampa, di fronte a primi cittadini, ai medici, agli specialisti e agli operatori sanitari, le linee guida di una Sanità più forte. Ha detto: «In questo autunno, sto praticamente raccogliendo tutti i frutti di ciò che ho seminato durante gli scorsi tre anni. A breve, saranno approvati, penso prima della fine dell’iter della Legge di Bilancio, i nuovi LEA, il nuovo nomenclatore tariffario delle protesi e il nuovo Piano Nazionale Vaccini: alcuni punti salienti, questi, del Patto della Salute. Se non avessimo sbloccato questi fattori, a mio avviso, avremmo sicuramente avuto sempre di più una sperequazione profonda dei servizi tra Regione e Regione. I nuovi LEA, ossia i Livelli Essenziali di Assistenza, prevedono tante cose, fra cui 118 nuove malattie rare riconosciute e tutta la parte legata all’endometriosi ed alle terapie del dolore. Noi, per questo risultato, abbiamo effettuato un lavoro di ‘drafting’ tra quello che era obsoleto e che era già stato eliminato e quello che noi avremmo dovuto inserire in modo aggiuntivo, con un metodo nuovo, mai affrontato prima: tutto ciò per dirvi che le cose si possono fare, se c’è la volontà».

Assurdo è stato definito, poi, il blocco del ‘turn over’ dalla Ministra. «Questo blocco nel settore sanitario, il quale entra a numero chiuso e su programmazione, è stata una vera e propria sciagura. Ci siamo persi, durante gli anni, personale che noi stessi abbiamo formato, sia come medici che come specialisti delle professioni sanitarie: professionisti che non sono stati inseriti nel sistema. In ogni ospedale, cioè, ci dovrebbe essere una giusta media fra professionisti anziani, che insegnano e tramandano, e giovani che apprendono; nei nostri ospedali, invece, i giovani dove sono finiti? Sono laureati sepolti da qualche parte o andati via all’Estero. Il nostro Stato paga la loro formazione, ma non li assume, provocando, in questo modo, la perdita del capitale umano, perché, un giorno, diverranno colonne portanti specializzate, ma altrove. Il mondo sanitario, è vero, ha stretto la cinghia con tutti i cittadini durante questo momento di crisi, ma l’emergenza, come dico sempre, non può diventare strutturale: io tenterò di lavorare, nel prossimo futuro, sulla contrattazione di secondo livello o sul welfare aziendale per un comparto sanitario, aspetto questo, molto importante per gli operatori del luogo, che potrebbe anche andare ad integrare i servizi dati dagli operatori sanitari stessi. Questo è un momento buono per me e per l’Italia in generale, in cui sto raccogliendo tante cose, che faranno la loro figura nella vita di molti cittadini».

Nomina speciale, infine, per l’Endometriosi, la quale è già stata programmata nei LEA: ciò permetterà a due milioni di donne, in Italia, di usufruire finalmente della giusta attenzione e dei giusti riflettori sanitari.

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