“Non è pensabile che i costi di depurazione, per le aziende che operano nel nucleo industriale di Sulmona, vengano addirittura quasi raddoppiati. Da 31 centesimi a metro cubo a 55 centesimi a metro cubo, secondo le tariffe indicate dal nuovo gestore, la Saca. Ciò determinerà un aumento delle spese per la gestione degli impianti idrici e di depurazione, a carico delle imprese, già alle prese con la crisi economica legata all’emergenza coronavirus”.
A lanciare l’allarme, Riccardo Podda, presidente di Confindustria L’Aquila Abruzzo Interno, e Francesco De Bartolomeis, direttore degli Industriali, che invitano ad aprire un confronto sulla vertenza in atto. La Saca è subentrata, a marzo scorso, all’Arap, dopo trent’anni, nella gestione del depuratore di San Rufino. “Sulla questione l’Arap ha già preso posizione ufficiale”, affermano Podda e De Bartolomeis, “sul corrispettivo che la stessa Agenzia regionale sarà tenuta a versare alla Saca per il servizio di depurazione delle acque reflue. Non è spiegabile che si debbano applicare tariffe simili a quelle delle utenze civili, per utenze che sono industriali e produttive”.
Secondo Confindustria, “in assenza di un accordo che preveda un contenimento dei costi a carico delle aziende, gli effetti sull’economia locale sarebbero fortemente negativi, contribuendo a disincentivare gli insediamenti produttivi sul territorio e a bloccare la possibilità di nuovi investimenti. In piena fase pandemica e con le tante difficoltà che le imprese del territorio si trovano a dover affrontare”, concludono Podda e De Bartolomeis, “appare intempestivo un raddoppio delle tariffe, che farà lievitare ulteriormente i costi di gestione degli stabilimenti produttivi”.