L’ultimo giorno di lockdown morbido natalizio consegna dati dell’epidemia ancora condizionati dai giorni festivi, ma con un tasso di positività quasi al 15%, in rialzo di altri due punti.
Sottotraccia – riporta l’Ansa – la curva dei contagi non è affatto congelata come il vaccino nei frigoriferi prima dell’uso; per saperne di più – secondo gli esperti – bisognerà aspettare forse martedì, con un ritorno domani a un numero di tamponi forse più significativo. Ieri sono stati riportati meno di 60 mila test delle 24 ore precedenti.
Il timore è l’effetto che le festività avranno sulla curva dei contagi, innescando o meno la temuta terza ondata (o una recrudescenza della seconda). Oggi si registrano meno di 9 mila tamponi positivi e 305 vittime (compresi i dati dell’Alto Adige non comunicati sabato), per un totale dei morti di Covid arrivato al numero sempre più spaventoso di 71.925. Ma nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute, ci sono solo due pazienti in terapia intensiva in meno tra ingressi e uscite (la Campania come sempre non comunica gli ingressi giornalieri) e 267 ricoverati con sintomi in più nei reparti ordinari. Per il secondo giorno di fila aumentano gli attualmente positivi, i malati, stavolta di quasi mille unità. Per quanto da prendere con le pinze in giornate super festive, i numeri dicono che il Veneto riporta altri 3.337 casi e un tasso di positività al 25,97%, 10 punti sopra il dato nazionale. Per il presidente della Regione Luca Zaia “la verità è che noi facciamo molti tamponi molecolari e rapidi, ma se tutti i positivi vengono ‘caricati’ solo sui molecolari viene fuori una percentuale alta. Il Ministero ha detto che modificherà questo guaio”. Secondo le autorità sanitarie venete il tasso reale di positività – considerando anche i test rapidi – a dicembre sarebbe dell’8%. Ma la zona gialla non sembra davvero aver giovato alla Regione considerata un modello nella prima ondata