Ieri sulla stampa è apparsa una notizia che ha creato sconcerto tra i cittadini della nostra Provincia. Le vaccinazioni previste per la seconda fascia di categorie definita dal governo, dopo il personale sanitario, quella degli over 80, procede per estrazione. Sconcerto e rabbia, poiché ingiustificabile.
È quanto denuncia in una nota il Partito democratico della provincia dell’Aquila, che aggiunge: “La ASL ha diramato un ulteriore comunicato di chiarimento, affermando che la convocazione dei cittadini avviene ‘random’ sui nomi che tira fuori il computer, come i numeri del Lotto e Superenalotto, visto che non vi sarebbero altri criteri, anche quelli più semplici degli algoritmi”.
“Da quello che si legge nel comunicato, la scelta sarebbe stata dettata dal fatto che molti anziani, non potendo raggiungere il centro vaccinazioni, salterebbero il loro turno, creando un serio problema – spiegano ancora dal Pd – Osservazione giusta, preoccupazione fondata. Ma come fa il computer, intelligenza eccezionale ma non divinatoria, a conoscere, nello ‘sputare’ fuori i nomi, a sapere chi potrà andare e non andare? C’è un algoritmo con dati, o si va alla ‘do cojo cojo’?”.
“La verità è che si paga l’assenza di un piano vaccinale serio, che la Regione non è stata capace di stendere, e che la ASL ha deciso di non decidere – aggiungono – Questo modo di procedere sta destando fastidio, preoccupazione, indignazione fra i cittadini. Ed in una fase drammatica come questa, far venire meno la serenità e fiducia in comunità disorientate è un delitto”.
Come raddrizzare la barca?
“Anzitutto partendo dall’obiettivo. Se l’obiettivo è quello di vaccinare i più anziani, coloro che sono a maggior rischio di vita o di lunghissimi ricoveri, è chiaro che devi procedere per millesimi di nascita. Tra un 95enne ed un 80enne, chiaramente devi vaccinare prima il più anziano – sottolineano – Molti over 80, ma succederà anche quando toccherà ai fragili, sono impossibilitati a raggiungere il centro vaccinazioni. Sono i non autosufficienti, non deambulanti, anziani quindi affidati alle cure di familiari o assistenti che, pur tra mille attenzioni, possono infettarli. Ergo sono una priorità nella priorità: anziani e fragilissimi”.
“Con il giochino del computer dei numeri al Lotto, come li stiamo selezionando? Come li stiamo ricercando? Ne abbiamo un’anagrafe? Quanti sono? Li lasciamo per ultimi o stiamo preparando una o due squadre che cominciano a raggiungerli a domicilio sin da subito, vorremmo dire da ieri? – aggiungono – Cosa proponiamo alla ASL, aspettandoci una risposta che se diversa, convinca i cittadini ed anche noi? Si cominci a chiamare sulla base del millesimo di nascita. Si convochino i cittadini in base all’età, criterio oggettivo, che permetterebbe tra l’altro di dare anche indicazioni di massima sui tempi di convocazione”.
“In questo modo, sulla scorta della risposta alla chiamata, si crei l’anagrafe dei soggetti che dovremo vaccinare a casa. In questo, come ha fatto la Regione Lazio, si richieda subito ai medici di base di comunicare i nomi dei loro assistiti che non sono in condizioni di lasciare il proprio domicilio, e si organizzi da subito la squadra per la somministrazione domiciliare. In pochi giorni avremo nomi, numeri e soprattutto indirizzi per poter intervenire per aree omogenee viste le difficoltà logistiche che caratterizzano il vaccino Pfizer“.
“La Asl deve capire l’ansia dei familiari dei soggetti anziani, soprattutto di coloro che non possono evitare di entrarci in contatto. Chiediamo non solo una valutazione medica, che ci stupisce non sia stata considerata, ma anche umana – proseguono i dem – Vogliamo anche fare un’altra proposta per quanto riguarda la fase della somministrazione del vaccino ai soggetti fragili. Sono tantissime le categorie e patologie riportate nelle raccomandazioni emanate dal Ministero: pressoché il sommario di un trattato di patologia medica”.
“Chiediamo che anche in questo caso, basandosi anche sulle segnalazioni dei medici di base, si parta dalle patologie a maggior rischio, siano esse le gravi problematiche respiratorie, quelle cardiovascolari, i neoplastici, gli uremici cronici, passando poi a quelle nelle quali una malaugurata infezione Covid, è ritenuta “meno pericolosa”, sulla base dei dati scientifici sinora raccolti. In questo caso massima attenzione andrà rivolta ai pazienti con patologie neuropsichiche, anche giovani, ed i loro assistenti, per i quali la socialità e presenza in centri diurni è parte fondante della terapia”.
“Guai se qualcuno pensasse di affrontare questa fase della vaccinazione affidandosi alla sorte elettronica. Su questo alzeremo un muro. RITENIAMO VERGOGNOSO CHE LA REGIONE ABRUZZO NON ABBIA UN PIANO VACCINAZIONI. SIAMO INDIGNATI”, concludono.