“La verità è che la gestione del servizio idrico nella nostra regione è affidata a enti pubblici di diritto privato che hanno negli anni dimostrato la loro sostanziale inefficacia”.
A sostenerlo è il delegato Abruzzo del WWF Filomena Ricci in merito ai dati sulla dispersione idrica – contenuti in una indagine della Confartigianato riferita al 2018 – che pongono la regione come maglia nera d’Italia con una percentuale del 55,6%.
“Sono dati del 2018 – commenta la Ricci – ma le continue chiusure notturne che parte del territorio è tuttora costretta a subire dicono che i dati del 2021 non segnano certamente un miglioramento, anzi. Non è bastato il referendum del 2011 per far cambiare le cose, benché la posizione dei cittadini sia emersa in quella circostanza in modo chiaro: bisogna tornare a una gestione veramente pubblica del settore che punti sulla correttezza e sull’efficienza”.
Secondo la Ricci “non serve pagare quattro consigli di amministrazione né avere carrozzoni con organici pieni di personale amministrativo per poi essere costretti ad appaltare a ditte esterne i lavori di manutenzione“.
“Occorre un investimento importante per risistemare le reti – sottolinea – e una vera riforma nel settore per una gestione fatta nell’interesse esclusivo della cittadinanza. I fondi in arrivo per la resilienza e la ripartenza vanno indirizzati verso queste scelte e giammai utilizzati per le ennesime cementificazioni. Una scelta che i cambiamenti climatici in atto rendono peraltro indispensabile e urgente”.