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Emergenza profughi: oltre 2.500 ucraini accolti in Abruzzo

Fazii: "Solo il 30% è vaccinato contro il Covid, ucraini convinti No vax"

A un mese dall’inizio della guerra in Ucraina l’Abruzzo ha accolto oltre 2.500 persone: I flussi restano imprevedibili, ma la media è di circa 600 arrivi a settimana.

Negli ultimi sette giorni il dato è più alto: sono infatti 1.537 i profughi arrivati sul territorio regionale.

Dei profughi già accolti, 104 sono stati smistati all’interno dei Centri di accoglienza straordinaria, mentre in 1.810 si sono sistemati da amici e parenti, o nelle strutture messe a disposizione dai Comuni.

Sono invece 576 i cittadini ucraini che risultano ospitati negli alberghi che hanno dato la propria disponibilità.

Ma la corsa all’accoglienza non si ferma e le strutture ricettive abruzzesi stanno partecipando in massa per mettersi a disposizione: sono oltre 200 – tra alberghi, campeggi e residence – le strutture che hanno risposto positivamente al bando della Regione Abruzzo per accogliere i profughi.

Nel dettaglio sono 1.171 gli ucraini accolti nel Pescarese, 706 quelli ospitati nell’Aquilano, 395 nel Chietino e 256 nel Teramano.

Sul fronte sanitario, sono già stati effettuati 1.909 tamponi e 61 profughi sono risultati positivi al Covid, un numero non elevato, si parla infatti di circa 3 positivi ogni 100 test effettuati. Salgono poi a 234 i cittadini in fuga dalla guerra che hanno deciso di vaccinarsi in Abruzzo.

Il dato assume un’importanza rilevante, soprattutto alla luce delle preoccupazioni sollevate nei giorni scorsi dagli esperti, che hanno sottolineato come fosse reale il rischio di possibili nuovi focolai, poiché il tasso di vaccinazione della popolazione ucraina si attesta attorno al 30%.

Il Numero degli hub regionali aperti per l’accoglienza dei cittadini ucraini è salito da sette a otto: sono infatti 3 i centri aperti in provincia dell’Aquila, 2 nel Chietino, 2 nel Teramano e uno in provincia di Pescara.

Gli esperti continuano a raccomandare la massima prudenza: “La guerra contro il Covid-19 è tutt’altro che finita, men che meno è stata vinta: i casi di Omicron 1 e 2 sono in netto aumento”, ha riferito in commissione Ambiente Paolo Fazii, responsabile del dipartimento di microbiologia dell’ospedale civile di Pescara che, come riferisce il presidente Ivo Petrelli, è intervenuto online essendo lui stesso positivo al virus.

“Per ora – è stato precisato in sede di Commissione – persistono i pericoli, derivanti anche dall’arrivo dei profughi dall’Ucraina, dove solo il 30 per cento della popolazione era vaccinato in quanto convinti No vax. Ovviamente non possiamo costringerli in tal senso, ma sarà sicuramente utile portare avanti una campagna di informazione e di sensibilizzazione per far loro comprendere i rischi cui si espongono rifiutando il vaccino”.

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