L’ipotesi di reato è grave, ed è quella configurata come truffa aggravata nei confronti di Asl 1 e Regione Abruzzo per rimborsi “gonfiati” dal punto di vista della sanità privata. Una truffa che, secondo le accuse mosse dalla Procura della Repubblica di Avezzano, nelle vesti del procuratore Maurizio Maria Cerrato, si è basata su rimborsi sanitari alterati verso tre cliniche private del territorio della Provincia dell’Aquila per un importo acquisito quindi illecitamente di oltre 2 milioni e mezzo di euro.
Tra gli indagati figurano 11 persone tra amministratori e dirigenti medici delle tre strutture sanitarie, due con sedi della Marsica (Avezzano e Canistro) e una con sede all’Aquila. Dagli inquirenti che hanno seguito le indagini (magistratura e guardia di finanza), è stata definita come una “grossa frode”.
Una delle tre cliniche è interessata maggiormente nell’inchiesta, avendo truffato, sempre secondo l’accusa, circa 2 milioni di euro. Le indagini sono state portate avanti con sommo impegno dalla GdF di Avezzano, compagnia con alla guida il capitano Luigi Falce.
In queste ore, si stanno notificando gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari ai soggetti coinvolti a vario titolo. Ma come avveniva la presunta truffa? Con la presunta alterazione dei dati inseriti nelle richieste di rimborso destinate dalla Regione Abruzzo da parte di queste tre strutture sanitarie private e accreditate regionalmente. Gli interventi oggetto di rimborsi avrebbero riguardato per lo più operazioni alla colonna vertebrale e alle vertebre, ovvero interventi di artrodesi.
Su questa tipologia di intervento prestato privatamente e sui rimborsi per l’appunto “alterati” venne registrata e mandata in onda anche una puntata del format TV di inchiesta giornalistica Report. Da qui, sono partite alcune segnalazioni a livello territoriale Le tre cliniche sono: la Di Lorenzo, la Ini di Canistro e Villa Letizia dell’Aquila, ognuna con il proprio peso specifico nell’inchiesta, che poi verrà valutato anche in sede di processo. Ora toccherà alla difesa occuparsi dell’impianto difensivo e capovolgere le accuse messe in moto da Procura e Gdf.