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4 infermieri non rinnovati ad Avezzano, Uiltemp: “E’ caos alla Asl 1”

Il segretario regionale Uilmtemp: "In un momento di crisi come questo non sarebbe stato più opportuno stabilizzare i quattro infermieri già in opera e non inserirne di nuovi?".

La sigla sindacale Uiltemp denuncia a mezzo stampa “un allarmante rischio non solo lavorativo, ma anche sanitario per 350 lavoratori somministrati in forza presso l’ASL 1 di L’Aquila-Sulmona-Avezzano”. E fotografa la situazione nell’Ospedale di Avezzano.

“Il mancato rinnovo contrattuale di quattro infermieri all’ospedale di Avezzano, riportato da organi di stampa? Una vera e propria beffa”. Così Maurizio Sacchetta, segretario regionale Uiltemp, che spiega: “Una decisione simile, se confermata, si configurerebbe come l’ennesimo raggiro per tutti i circa 350 lavoratori tra infermieri, oss, tecnici di laboratorio e di radiologia, amministrativi della Asl di L’Aquila Avezzano Sulmona che, nonostante contratti precari di cui alcuni in essere da un decennio, hanno mantenuto in piedi un servizio essenziale per tutta la popolazione, e che ora potrebbero essere sostituiti da altri lavoratori con contratti a tempo determinato, secondo la triste logica “precario scaccia precario””.

Ma non solo: Sacchetta aggiunge che “negli ultimi giorni abbiamo appreso di un ordine di servizio relativo al recupero di personale per struttura emergenziale Covid-19 in base al quale tale personale deve essere scelto solo tra i lavoratori in somministrazione. Se vera, una simile notizia richiederebbe un intervento della magistratura”.

Il segretario della Uiltemp, quindi, si chiede: “In un momento di crisi come questo non sarebbe stato opportuno stabilizzare, invece, i quattro infermieri già in opera piuttosto che inserirne di nuovi, che potrebbero essere anche neofiti e quindi nemmeno esperti? È giusto lasciare a casa lavoratori che hanno combattuto in trincea senza armi, a stretto contatto con il diffondersi del virus, rischiando anche di infettarsi? Per una struttura emergenziale come quella del Covid-19 non era più opportuno individuarlo, su base volontaria, tra quelli con più esperienza nel settore? Si è deciso scegliere tra i somministrati perché loro non potevano rifiutarsi aspettando un rinnovo contrattuale?”.

Per questo, Sacchetta sottolinea che “tale ordine ha obbligato l’agenzia a spostare sette somministrati (tre sul territorio di Sulmona e quattro sul territorio di Avezzano), dalla sera alla mattina, senza un minimo preavviso, al di fuori dei 50 km previsto contrattualmente, creando panico nelle famiglie e senza possibilità di organizzarsi. Inoltre, abbiamo appreso direttamente da chi ha preso servizio presso la struttura Covid-19 di averlo fatto senza avere i dispositivi di protezione individuale previsti per un reparto come questo, ma lavorando con mascherina chirurgica e camice operatorio. Più in generale, mi chiedo se in una fase in cui nei territori della Marsica e della Valle Peligna stanno aumentando i contagi da Covid- 19, sia legittimo spostare operatori sanitari in altri territori, rischiando di peggiorare l’emergenza e la paura delle popolazioni di questi territori. Purtroppo, dobbiamo ancora una volta constatare, anche in un momento di emergenza come quella che stiamo vivendo, che i lavoratori somministrati, in tutti i settori, vengono trattati come numeri, e non come persone. Infatti, anche nelle aziende private del territorio non seguono la rotazione dei turni per permettere anche a loro di rispettare le direttive del DPCM per evitare il contagio e tutelare la loro salute e delle proprie famiglie: purtroppo per questi lavoratori e lavoratrici una simile possibilità è stata accantonata. Pertanto, chiediamo al prefetto e al presidente della Regione e a tutti gli enti preposti di intervenire per mettere fine a questa situazione e dare invece la continuità occupazionale che tutti questi lavoratori e lavoratrici somministrati meritano per il loro impegno e sacrificio. Se tale richiesta sarà disattesa, come Uiltemp Abruzzo per tutelare i lavoratori che rappresentiamo siamo pronti ad attivare azioni di protesta, nel rispetto delle normative vigenti se dovesse essere necessario”.

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