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A Cartoons la star di Barbie Emanuela Pacotto

Per parità sessi c'è da lavorare. Ragazzi oggi fragili e forti

Nami di One Piece, Bulma di Drangonball, Sakura di Naruto, Jessie dei Pokémon, Twilight Sparke di My Little Pony ma anche Barbie hanno in comune una sola cosa: la voce della doppiatrice Emanuela Pacotto, protagonista assieme a Giorgio Vanni di uno dei momenti più attesi a Cartoons on the Bay, il festival promosso da Rai e organizzato da Rai Com a Pescara fino al 5 giugno: ovvero il grande concerto iDOL in piazza Salotto che celebra le migliori sigle degli anime e giunge alla sua terza edizione.

“Quando presta la voce a questi meravigliosi personaggi mi diverto come una bambina – spiega Pacotto, classe 1965 ma con un aspetto e un’energia da Millennials – e faccio questo lavoro da tantissimi anni ma sempre con un entusiasmo incredibile.

Questi miei personaggi mi hanno dato la possibilità di vivere mille avventure”.

Pacotto spiega subito come anche nel mondo del doppiaggio e dell’animazione le donne devono ancora sfondare il soffitto di cristallo che le separa dai colleghi maschi.

“Anche nei Cartoons c’è ancora disparità fra sessi – spiega – con in media un solo personaggio femminile e cinque maschili. È sempre e comunque sbilanciato. Ad esempio, il mio personaggio Nami, la piratessa, è certo donna forte ma la sua ciurma di sette persone è composta da due femminucce e cinque maschietti. Però in realtà, come succede nella vita, sono personaggi che hanno magari meno spazio ma sgomitano e alla fine riescono a lasciare un segno più forte di tanti altri personaggi maschili. Quindi alla fine il messaggio che voglio lanciare alle bambine e alle ragazze che mi seguono – dice – è sempre la persona che può fare la differenza. Io non mi arrendo mai, ogni occasione di fare una cosa diversa è una sfida, compresa quella di oggi col concerto, noi donne raccogliamo tutte le nostre forze e tutte le nostre energie per vincere una sfida”.

Dal suo punto di vista privilegiato Pacotto parla anche delle giovani generazioni che la seguono e che sono cambiate in maniera completa rispetto a quelle precedenti: “Sono molto più fragili di noi quando eravamo adolescenti, però sono anche più attenti. Sono più fragili perché aperti al mondo, bombardati da tutte le notizie”.

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