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Casinelli, Forum H2O: “ARTA non monitorò presenza di amianto”

Forum H2O: depositato terzo esposto in procura, ARTA doveva garantire controlli adeguati in attesa dei successivi controlli sui materiali.

Incendio Casinelli

“Il Direttore dell’ARTA Dionisio ha dichiarato ad una testata locale* che l’agenzia non ha monitorato la presenza di fibre aerodisperse di amianto nell’aria durante e a seguito l’incendio al centro rifiuti Casinelli ad Avezzano. Il fatto è a mio avviso molto grave e per questo ho inviato un terzo dettagliato esposto in Procura, ai NOE e ad altri enti affinché verifichino se l’Agenzia e gli altri soggetti competenti abbiano operato correttamente a tutela di ambiente e salute” così Augusto De Sanctis del Forum H2O sul caso dell’incendio Casinelli ad Avezzano

Il Forum H2O ricorda che già dalle prime immagini era chiaramente visibile un tetto di onduline grigie che per tipologia avrebbe dovuto destare la massima attenzione fin dalle prime fasi dell’incendio, fermo restando le successive verifiche sull’effettiva presenza di amianto. Se ci sono anche solo elementi di sospetto circa la presenza di una sostanza così pericolosa è giocoforza necessario attivare immediatamente tutte le indagini a titolo precauzionale per prendere i provvedimenti adeguati, anche perché sono campionamenti irripetibili. Non si può certo agire alla cieca o a posteriori. Tra l’altro alla stessa testata il comandante della polizia municipale ha dichiarato che l’amianto c’è, anche se noi preferiamo aspettare i risultati dei rilievi svolti oggi dall’ARTA, peraltro solo dopo l’altro esposto del 25 luglio. Ovviamente speriamo di no, ma se l’amianto dovesse esserci sarebbe impossibile ora ricostruire adeguatamente tutte le conseguenze del rogo.

Le agenzie ambientali delle altre regioni in caso di incendio che coinvolge materiali anche solo potenzialmente contenenti amianto, per precauzione provvedono al monitoraggio di questa pericolosissima sostanza nell’aria. La stessa ISPRA, che coordina il lavoro di tutte le agenzie ambientali italiane, nel proprio manuale operativo già nel 2015 aveva sottolineato l’esigenza di provvedere a tali monitoraggi, ai fini della sicurezza dei soccorritori, dei lavoratori e dei cittadini. Scrive l’ISPRA “La mera presenza di amianto (amianto presente in MCA, natura, ecc.) in ambiente non confinato non riveste la caratteristica di “emergenza ambientale”; tuttavia in caso di incendio a strutture contenenti manufatti in amianto è possibile una dispersione in aria, insieme ad altri prodotti della combustione, di fibre di amianto.”
Nello stesso capitolo si riportano le competenze delle agenzie regionali in caso di emergenze:

“Le attività e prestazioni offerte dalle AGENZIE AMBIENTALI sono principalmente:
• determinazione delle caratteristiche di pericolosità delle sostanze coinvolte nell’incidente;
• espletamento di sopralluoghi conoscitivi;
• verifica della documentazione disponibile;
• valutazione preliminare della pericolosità in funzione della tipologia di incidente occorso e delle sostanze coinvolte nell’evento;
• misurazioni analitiche di campo;
• eventuale prelievo di campioni (suolo, aria, acqua) per verifiche analitiche;
• stima del rilascio, in occasione di quegli incidenti in cui si configura un’emergenza ambientale (incendi, sversamenti, emissioni diffuse in atmosfera, ecc.);
• informazioni sulle caratteristiche del territorio circostante (morfologia, litologia, dissesti, idrografia, direzione dei venti, obiettivi sensibili (insediamenti antropici, pozzi idropotabili ed irrigui, etc.).”

L’ARPA Sicilia lo ha scritto nel proprio protocollo operativo sugli incendi “Tenuto conto della osservazioni dirette del personale ARPA presente in campo, delle informazioni circa la direzione del vento ed altri dati meteorologici ricavabili dalla stazione di rilevamento meteo più prossima all’area di incendio, valutato lo sviluppo della nube in modo da circoscrivere idealmente l’area interessata, vengono posizionate varie tipologie di dispositivi di campionamento, sia per il prelievo tramite “canister” di aria ambiente, sia di particolato atmosferico mediante pompe di campionamento (a basso flusso e/o ad alto flusso, a seconda del tipo di inquinanti da determinare), in modo da poter valutare contemporaneamente la presenza di sostanze organiche volatili (SOV) emesse in atmosfera (metodo EPA TO 14) e di altri inquinanti (metalli pesanti, IPA, PCDD/PCDF, fibre di amianto aerodisperse).”

Nell’esposto sono riportati, a mero titolo di esempio, altri casi di monitoraggio delle fibre di amianto in caso di incendio di capannoni, in Campania, Lazio ed Emilia Romagna, a testimonianza della rilevanza della problematica.

“Spiace, infine, dover constatare che il direttore Dionisio non abbia imparato dagli errori del passato, come la figuraccia che rimediò ai laboratori del Gran sasso nel 2001, visto che nelle sue dichiarazioni di oggi si spinge a dire “Nessuno deve dirci come fare il nostro lavoro”. Dipende da come lo fate, il vostro lavoro, caro Dionisio. Stia sicuro che dove riterremo di dover dire la nostra lo faremo sempre a tutela dei cittadini e dell’ambiente” conclude De Sanctis.

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