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Conseguenze post-sisma: «Si parla di Disturbo acuto da stress»

«Davanti ad un evento drammatico, potenzialmente letale, non atteso e non prevedibile, si può configurare una sindrome che prende il nome di Disturbo post traumatico da stress. Nei giorni e nelle settimane immediatamente successive all’evento non si può ancora parlare di questa diagnosi che richiede un periodo più prolungato di tempo per essere verificata, e si parla di Disturbo acuto da stress, che è il nome più corretto per descrivere quello che sta succedendo ora nelle Marche». Lo ha riferito all’AGI Michele Cucchi, direttore sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano.

«Non tutte le persone che vengono esposte a questi traumi – ha precisato Cucchi – sviluppano una sintomatologia che soddisfa questa diagnosi. I fattori di rischio sono l’essere donna, la giovane età, sintomi d’ansia o patologie ansiose pregresse, una bassa condizione sociale ed economica».

Secondo l’esperto, la sensazione è quella di avere una ‘Spada di Damocle puntata sulla testa’. I sintomi principali sono sensazione di angoscia, ansia di base, insonnia, flash back (momenti in cui si rivive il momento del trauma). «Ci sono vari interventi – ha detto Cucchi – sia di tipo psicologico che farmacologico, che si sono rivelati utili per questa sintomatologia. Un intervento specifico, che richiede una peculiare competenza tecnica, l’EMDR ( Eye Movement Desesitizazion and Reprocessing), è il trattamento gold standard ma ha bisogno di essere debitamente integrata in un percorso clinico personalizzato».

Per quanto riguarda invece la difficoltà delle vittime ad abbandonare i luoghi distrutti dal terremoto, per lo psichiatra sarebbero due i motivi. «Il primo è perché la gente fatica ad entrare in una modalità ‘extra-ordinaria’ quella in cui pensare a soluzioni effettivamente estreme – ha detto Cucchi – per una situazione estrema. E’ molto più probabile che molti di loro non pensino a cosa succederà domani ma pensino a ricostruire. La seconda causa è che ci sono emozioni quali l’affetto e il senso di radicamento in un territorio, così come la solidarietà reciproca di chi sta vivendo la stessa drammatica situazione, che tiene legati alla propria terra e impedisce di pensare ad altre soluzioni».

Fonte AGI

Foto di ANSA

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