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Di Pangrazio sospeso: “Uno stop assurdo e una legge incivile”

A pronunciare queste parole, a mezzo stampa è l’avvocato Occhiuto, ex capogruppo del Pdl proprio al Comune di Avezzano. "Qualsiasi cittadino, quindi anche un sindaco, è innocente fino al terzo grado di giudizio".

“La sospensione del sindaco, Gianni Di Pangrazio, ultimo di una lunga catena di primi cittadini eletti dal popolo e messi fuori gioco da una sentenza di primo grado, non rende giustizia alla Costituzione italiana, quella Carta che stabilisce la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio e la parità di trattamento per tutti gli italiani. E’ a di poco una stortura, una violazione dei diritti universali dei cittadini, frutto del giustizialismo di qualche anno fa, quando il bersaglio privilegiato era Silvio Berlusconi“. A scrivere nero su bianco queste esatte parole è l’avvocato Carmelo Occhiuto, ex capogruppo del Pdl al Comune di Avezzano, dopo la sospensione sancita dalla Prefettura nella giornata di ieri del sindaco di Avezzano, Di Pangrazio. In questi giorni si stanno sommando tante testimonianze di solidarietà proprio all’indirizzo del primo cittadino, condannato in primo grado dal Tribunale del capoluogo.

“Ora chi paga pegno in ordine alla cosiddetta legge Severino sono in primis i sindaci, in questo caso Di Pangrazio, un integerrimo funzionario dello Stato, una figura chiave delle lotte di un intero territorio, la Marsica, per la salvaguardia del Tribunale, della sanità pubblica, dei servizi, per il presunto uso improprio dell’auto di rappresentanza assegnata al Sindaco pro-tempore della città per potersi spostare in ogni momento e quindi assolvere alle molteplici attività istituzionali. Non è un caso se i Sindaci italiani guidati dall’Anci stanno manifestando da tempo l’insofferenza verso quella legge con forti profili di incostituzionalità. Privare la città di Avezzano della guida legittimamente eletta con quasi il 60% dei voti soltanto alcuni mesi fa, in seguito a una sentenza di primo grado, quindi dall’esito finale tutto da scrivere, è indegno di una democrazia che si definisce civile. Urge un intervento legislativo per archiviare la stagione della caccia alle streghe e tornare al dettato della Costituzione italiana: il cittadino, quindi anche il Sindaco, è innocente fino al terzo grado di giudizio“, così conclude Occhiuto.

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