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“Eventi Estate e casalinghe”, scoppia la polemica

"Una città di 42 mila abitanti che ha l'obbligo di rispondere alle esigenze sia della casalinga che vive nelle periferie e sia del professionista che invece ha bisogno di cultura di un certo livello"

Non si arrestano le polemiche sul cartellone “Avezzano Eventi Estate 2021”.

L’amministrazione comunale è stata accusata di aver presentato gli eventi con grande ritardo nei giorni scorsi, ma dopo la presentazione del cartellone lo scontro è andato in scena su un piano differente: quello – appunto – culturale.

A far scatenare la bagarre è stata la frase dell’assessore alla Cultura, Pierluigi Di Stefano, detta in diretta Facebook durante la conferenza stampa: “Una città di 42 mila abitanti che ha l’obbligo di rispondere alle esigenze sia della casalinga che vive nelle periferie e sia del professionista che invece ha bisogno di cultura di un certo livello“.

Immediato il commento della consigliera del Pd di Avezzano, Lorenza Panei, da anni in prima fila nella lotta per l’affermazione dei diritti delle donne: “Quindi la casalinga di periferia non solo è ignorante ma è pure meno acculturata della casalinga che vive in centro. Aiuto!!! Non ce la possiamo fare”.

Nel riportare questo pensiero, la Panei ha attribuito quella frase – erroneamente, come lei stessa ha ammesso – al presidente della commissione Cultura, Nello Simonelli, che ha preso immediatamente le distanze da quanto riportato.

“Un’ora fa (il post è di ieri sera) la collega Lorenza Patrizia Panei scriveva questo post sul suo profilo, post che ha compreso solamente lei, per farmi apparire come il classico ‘misogino’. Non so dove volesse andare a parare, ma essendo la conferenza stampa di questa mattina registrata, NON AVENDO MAI IO DETTO ALCUNCHÉ DEL GENERE, invito la stessa a rettificare e a porgere, quantomeno, le sue scuse. Se la stessa, che tanto tiene alle sorti della nostra Città, fosse stata presente, non mi avrebbe addebitato alcuna frase da me non detta. Trovo questo comportamento scorretto a prescindere, ancor più nel momento in cui si cerca di infangare la reputazione altrui sulla base di frasi riferite da qualcuno e non ascoltate in prima persona”, scrive sui social Simonelli.

La bagarre social non si è fermata: “Caro Nello Simonelli – precisa di nuovo Panei – scusami ma il mio lapsus non voleva attribuire a te una frase riportata dall’assessore alla cultura che erroneamente ho riportato come Presidente della commissione alla cultura. Ora gliele chiedi tu le scuse ufficiali per quello che ha detto in qualità di presidente di commissione avendo partecipato alla stessa conferenza stampa? Un abbraccio”.

Più distaccata la risposta del consigliere: “Lorenza, accetto le scuse perché si accettano per signorilità. Ma il tentativo di farmi passare per ciò che non sono non posso scusarlo, anche perché nella risposta fai un distinguo ulteriore. Andrebbe semplicemente riconosciuto che hai compiuto un errore, anche grave. E non capiti più”.

Raggiunta telefonicamente, la consigliera Panei ha sottolineato: “Sono rimasta davvero basita per quanto accaduto, soprattutto perché un assessore Cultura, che ha ribadito quanto fosse stata importante la delega che gli è stata assegnata dal sindaco, subito dopo dice una frase del genere”.

“Fare una differenza tra casalinghe (ovviamente declinato al femminile) del centro e della periferia è già una cosa assurda, ma il seguito è stato anche peggiore: perché i professionisti (ovviamente al maschile) avrebbero bisogno di cultura di un certo livello e altri no? – spiega – Frasi di questo genere si sentivano ai tempi dei nostri nonni, eppure l’assessore alla cultura è giovane e in passato aveva la stessa delega quindi non è un neofita e addirittura sembrerebbe non essere nuovo a uscite di questo ‘tenore’. Poi in conferenza era presente anche il presidente della commissione: ora, a prescindere dal mio errore sul post, Simonelli nonostante il suo ruolo in quella sede non ha battuto ciglio. Questo è quanto accaduto”.

“Se parliamo di svista credo che forse qualcuno seduto accanto all’assessore avrebbe potuto commentare per mettere almeno una pezza a colori – aggiunge – Come consigliera mi sento in dovere di prendere posizione accanto a tutte le casalinghe di periferia, considerate a quanto pare poco acculturate o diversamente acculturate dall’assessore, rispetto alle casalinghe del centro o ai professionisti che necessitano di un cartellone dall’alto valore culturale”, conclude.

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