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Federico: “Combattere la povertà con la fiducia nelle istituzioni”

"Sono rimasto perplesso dall’apprendere che nella nostra regione vivono oltre 6mila famiglie assistite"

COMUNICATO STAMPA

 

Fare attenzione alla povertà in Abruzzo. L’appello del sindaco di Navelli Paolo Federico arriva dopo l’indagine fatta dalla Caritas su territorio nazionale.

“Sono rimasto perplesso dall’apprendere che nella nostra regione vivono oltre 6mila famiglie assistite a cui, molto probabilmente, devono aggiungersi anche quelle che non si rivolgono alle istituzioni e quindi restano nel sommerso. Inoltre”, ha detto il sindaco, “fa riflettere il fatto che la maggior parte di queste famiglie, come si evince nell’ottimo rapporto fatto dalla Caritas, hanno problematiche pluridimensionali. Quindi, per intenderci, sono legate a più fattori che spingono verso la povertà. Quest’ultimi sono dunque un mix di elementi che possono andare dall’assenza di lavoro sino ad arrivare altre complicazioni come dipendenze e altro”.

 

“Un dato che mostra una situazione drammatica vissuta anche da tante famiglie nelle aree interne dell’Abruzzo. Le stesse che solo sino a qualche tempo fa, potevano contare su tutta una serie di sostegni tipici della tradizione contadina, ma che oggi, sono stati azzerati per diversi motivi tra cui i cambiamenti in atto nella società. Sono convinto”, continua il sindaco che nel recente passato è stato al vertice dell’ambito sociale Montagne Aquilane, “che proprio questi cambiamenti, senza volere applicare una inutile dietrologia, stanno spingendo verso un ritorno della povertà l’Abruzzo. Quest’ultimo è fatto anche di piccoli paesi lontano dai centri abitati, dove la povertà può facilmente trasformarsi anche in esclusione sociale e quindi povertà culturale e di socialità. Per questo rivolgo un appello a quanti sono in difficoltà al fine di esternare le stesse e avere fiducia nei servizi che lo Stato mette a disposizione dei cittadini. Persone come ad esempio anziani soli, famiglie con redditi bassi e anche a quelle tante famiglie che pur avendo un lavoro non riescono ad arrivare a fine mese. Per loro dobbiamo trovare soluzioni ma prima fare in modo che si manifestino le loro necessità”.

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