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Flop “storico” dei referendum sulla Giustizia

Niente quorum per il più importante istituto di democrazia diretta

Un flop già definito storico quello che ha segnato i referendum abrogativi sul tema della giustizia.

L’affluenza, nonostante il referendum sia il più importante istituto di democrazia diretta, è stata per i cinque quesiti del 20,9%, la più bassa dal dopoguerra ad oggi. Affinché i referendum fossero validi bisognava arrivare a una partecipazione oltre il 50% degli aventi diritto.

Nel dettaglio il quesito sull’abolizione della legge Severino ha registrato il 54,1% di sì e il 45,9% di no. E quello sulla limitazione della custodia cautelare il 56,2% di sì e il 43,8% di no. Vittoria schiacciante (oltre il 70%) del sì negli altri tre referendum (separazione funzioni dei magistrati; valutazione dei magistrati da parte dei membri laici dei consigli giudiziari ed elezione componenti togati del Csm).

“La battaglia per cambiare la Giustizia non si ferma questa sera, ma anzi riparte con rinnovato slancio: sara’ il centrodestra (insieme ad amici coraggiosi come quelli del Partito Radicale) ad avere l’onere e l’onore, dopo aver vinto le prossime elezioni Politiche, di mettere mano al sistema”. Si legge in una nota della Lega.

“Grazie ai milioni di italiani che hanno votato per i referendum sulla giustizia: la loro voce e’ un impegno per tutti affinche’ si facciano vere e profonde riforme. Meritano riconoscenza perché hanno scelto di esprimersi nonostante un vergognoso silenzio mediatico (a cominciare dalla tv di Stato), al caos in troppi seggi a partire dallo scandalo di Palermo, alla codardia di tanti politici. Grazie a chi ha informato e partecipato, ai governatori schierati in prima linea insieme ad amministratori locali – di tutti i colori politici – e a molti parlamentari. Il tutto senza dimenticare donne e uomini di legge, associazioni culturali e intellettuali”, conclude la nota.

In Abruzzo, dove ha votato appena il 22,29% dei cittadini, tutti i quesiti referendari hanno visto una prevalenza del Sì, netta per la Separazione delle funzioni dei magistrati, per i membri laici nei consigli giudiziari e per le elezioni dei componenti togati del CSM.

Il Sì ha invece visto una vittoria di misura per i quesiti riguardo la limitazione misure cautelari e l’incandidabilità degli amministratori e dei parlamentari dopo condanna.

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