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Legge urbanistica, Inu: “Testo da riconsiderare”

"Dubbi sulla struttura giuridica, la coerenza tra le diverse sezioni del testo, le finalità"

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“Dubbi sulla struttura giuridica, la coerenza tra le diverse sezioni del testo, le finalità e, in definitiva, la reale efficacia della proposta di legge che un percorso formativo maggiormente condiviso (per il quale il nostro Istituto ha più volte offerto la disponibilità di collaborazione scientifica) avrebbe potuto evitare”.

È il giudizio della sezione regionale dell’Istituto Nazionale di Urbanistica sulla proposta di legge sul governo del territorio in discussione nel Consiglio regionale abruzzese. L’INU Abruzzo e Molise partecipa alle consultazioni sul provvedimento.

Nell’articolato documento – si legge in una nota – che sarà portato nei prossimi giorni all’attenzione della Commissione Territorio l’INU rileva nel dettaglio contraddizioni e aspetti critici, a partire dai quali ritiene “opportuna una riconsiderazione più approfondita dell’intero testo di legge”.

Tra le criticità: la sovrapposizione, che produce incertezze, con la proposta di legge già approvata in Consiglio regionale sulla riduzione del consumo di suolo e la riqualificazione del patrimonio edilizio; ci si limita in molti casi a cambiare denominazione a strumenti già in vigore, affidandosi spesso all’emanazione di Regolamenti che rischiano di rallentare l’attuazione della normativa; il Piano urbanistico comunale delineato dalla proposta di legge non presenta caratteri innovativi ed è indebolito dall’ampia sezione degli incentivi volumetrici; non ci sono riferimenti a rischi e prevenzione per la sicurezza del territorio; il tema della partecipazione è introdotto in maniera eccessivamente semplificata, così come la perequazione urbanistica, la compensazione urbanistica e la perequazione territoriale; non sono definite con sufficiente chiarezza le procedure delle operazioni di desigillazione nell’ambito del contenimento del consumo di suolo; il generoso sistema di incentivi urbanistici può dare luogo ad atteggiamenti speculativi senza che sia prevista la realizzazione obbligatoria degli standard (se ne consente la monetizzazione); si fa confusione tra i concetti di standard urbanistico e di dotazione territoriale; si prevede, in contrasto allo spirito e alla filosofia di tali operazioni, che gli interventi di rigenerazione e riqualificazione di cui al Capo I del Titolo II comportino la corresponsione degli oneri di urbanizzazione in misura doppia, tra l’altro stabilendo che la maggiorazione vada inspiegabilmente corrisposta alla Regione e non al Comune.

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