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Mostra fotografica: “Il respiro della natura”

Le tele di Luca Di Vincenzo esposte all'Aquila

Il respiro della natura, ovvero l’orso e il lupo, la volpe e la poiana, il cervo, il gheppio e l’assiolo, il camoscio, il daino, il grifone e l’allocco. Fotografati con discrezione nel loro habitat naturale, nei boschi, nelle radure e nei cieli dei parchi d’Abruzzo.
Scatti del fotografo naturalista di Goriano Valli, in provincia dell’Aquila, Luca Di Vincenzo, stampati su tela per rendere al meglio l’effetto sfocato in primo piano che in molti casi denota la tecnica di avvicinamento e la distanza che separa l’obiettivo dai soggetti ritratti. E che da lunedì 11 dicembre fino all’11 gennaio saranno in mostra alla cantina Ju boss dell’Aquila.
“Più che di scatti perfetti sono alla ricerca di emozioni ed esperienze tra la natura dei parchi d’Abruzzo dove vivo questa mia passione intima personale – spiega Di Vincenzo -. In questi anni ho vissuto a Goriano Valli nell’ Abruzzo interno: qui la natura selvaggia ti entra dentro per sempre. Con la Fotografia Naturalistica voglio sensibilizzare il pubblico ad un sempre maggiore rispetto della fauna e della flora del nostro territorio. Esporre nella cantina del Boss rappresenta il forte legame con la mia città di origine , un riavvicinamento a Lei e una crescita del mio percorso professionale”.
I dettagli incantano con emozionanti immagini scattate dopo lunghe sessioni di avvistamento, restando fermi per ore e giorni in montagna, all’interno di capanni o escogitando tecniche silenziose di avvicinamento fino a diventare elemento stesso della natura in cui lupi, cervi e orsi si lasciano avvicinare e guardare. Ad essere utilizzata una macchina fotografica Bridge compatta, leggera e ottimale per seguire i movimenti degli animaIi, ma che richiede anche una tecnica più ponderata e riflessiva.  Poi il passaggio a una reflex Nikon D750 con obiettivo 150 600.
Si legge nella recensione della mostra arrivata alla terza edizione: “Il cervo diventa una piccola ossessione che  porta Luca a voler conoscere meglio il paesaggio e diventa anche il momento di svolta per sviluppare una sensibilità prima sconosciuta, che ogni volta lo stupisce, facendogli comprendere la delicatezza dell’ecosistema in cui viviamo. Osservare la fauna selvatica aiuta a vedere il bello che ci circonda, a dargli valore, apprezzarlo e rispettarlo per comprendere la biodiversità che a volte non siamo in grado di riconoscere. Le fotografie rivelano le sensazioni che si provano quando si va nel bosco da soli: meraviglia, incanto, timore, sorpresa, curiosità, gioia. Se ci si avvicina nel modo corretto ci si sente a casa. Bisogna imparare a muoversi con delicatezza, a osservare con discrezione e rimanere in silenzio, a fermarsi e guardare qualche particolare.  Poi magari ci si siede per guardare un panorama, con calma, e si prova una pace interiore generata da tante emozioni diverse, ma che fanno tutte bene all’anima. Non si torna mai a casa senza un dono: può essere un incontro speciale, magari un fiore, un sasso, un particolare o un posto nuovo che commuove. Poi a volte ci si ritrova a camminare troppo, ci si spinge oltre il confine conosciuto, sempre per la forte curiosità di scoprire che cosa c’è dietro quell’angolo, quell’albero, quella roccia”.
E ancora ,”negli anni si impara che esistono dei limiti oltre i quali non si può andare. Per la fotografia naturalistica si devono conoscere i sentieri da fare per arrivare nei posti adatti, si devono conoscere le aree, gli orari, quando e quanto ci si può avvicinare, perché poi basta un minimo rumore per far scappare gli animali. Si devono rispettare i ritmi della natura soprattutto perché in questo territorio gli animali non sono abituati all’uomo, soprattutto i cervi sono veramente selvaggi e bisogna imparare a conviverci per riuscire ad avvicinarsi per fare delle buone fotografie”.
COMUNICATO STAMPA
 

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