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Screening: lavoro infermieri esempio per altri

Opi: "Tutti gli infermieri si sono distinti per la loro grande professionalità, umanità, operatività e autonomia, scendendo in campo a supporto alla comunità per la lotta al Covid"

Sono stati novanta gli infermieri che si sono messi a disposizione per lo screening di massa per Covid-19 su soggetti asintomatici svoltosi negli ultimi giorni in provincia dell’Aquila.

Novanta professionalità impegnate contemporaneamente a gestire l’emergenza sanitaria in atto anche in ospedale.

La Regione Abruzzo che ha promosso la campagna di screening, sulla scorta di quando fatto a Bolzano, ha chiesto la collaborazione di tutti gli infermieri iscritti all’Opi delle varie province Abruzzesi.

Per questo l’Opi aquilano, presieduto dalla Presidente Dott.ssa Maria Luisa Ianni e tutto il nuovo direttivo appena eletto, prontamente hanno attivato il braccio operativo del volontariato Cives, a livello nazionale.

Tutti gli infermieri si sono distinti per la loro grande professionalità, umanità, operatività e autonomia, scendendo in campo con tutte le loro risorse a supporto alla comunità per la lotta al Covid-19.

L’Ordine delle professioni infermieristiche della provincia dell’Aquila, può ritenersi più che soddisfatto del lavoro degli infermieri la cui disponibilità ha permesso di operare contemporaneamente su tutti i comuni della nostra provincia.

Per questi motivi l’esperienza e l’attività prestate e la modalità operativa scelta da Opi L’Aquila è stata messa a disposizione dell’Ordine di Teramo per ripetete la stessa esperienza nei vicini territori della Provincia teramana dove si andrà allo screening di massa a breve.

“Per il futuro auspichiamo – spiegano gli infermieri – che questa sinergia con gli Enti e le Istituzioni tutte si rafforzi ulteriormente. L’auspicio è anche quello che siano recepiti appieno nella nostra Regione i nuovi decreti e le nuove norme a livello nazionale dando sempre più spazio ad una figura in continua crescita e cambiamento. La nascita e lo sviluppo dell’infermiere di famiglia per esempio, richiedono di essere regolamentate a breve dalla Regione, a partire dalla formazione e dal corretto inserimento di questa figura nei Piani sanitari territoriali. In questo il ruolo degli Ordini non può essere di secondo piano”.

“Dal MANSIONARIO al riconoscimento della responsabilità e dell’autonomia professionale dell’Infermiere si sono succeduti tanti Decreti Leggi,tanti Decreti Legislativi e non poche lotte – concludo gli infermieri della provincia dell’Aquila – Quotidianamente siamo chiamati a dimostrare l’alto livello di competenze raggiunte e mai come in questo periodo di pandemia Sars Cov2. In questi giorni ci siamo dedicati volontariamente allo screening di massa, lo abbiamo fatto perché crediamo fermamente nel dovere etico e civile che contraddistingue la nostra professione di sanitari. Crediamo che per vincere questa guerra contro un nemico invisibile, siano necessarie la nostra professionalità e umanità”.

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