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Testimonianza shock dall’ospedale di Avezzano

Video-denuncia di un ex dipendente della Croce Rossa ricoverato ad Avezzano: "Dovete solo andare a zappare... Vergogna"

Utenti abbandonati, lasciati per ore in una tenda al freddo, nessuna attenzione alla cura del malato, uomini e donne nella stessa stanza, zero privacy, urla continue, reparti come lazzaretti.

Una testimonianza da brividi quella di Enzo Lo Zito, ex dipendente della Croce Rossa di Avezzano, positivo al Coronavirus e ricoverato all’ospedale del capoluogo marsicano.

In una video-denuncia, co riprese effettuate dall’interno dell’ospedale, Lo Zito punta il dito contro una “mala-gestione dell’emergenza Covid“, raccontando cosa sta vivendo.

La Asl della provincia dell’Aquila, la più colpita dalla seconda ondata Covid, è particolarmente in sofferenza e, secondo Lo Zito, situazioni limite come la sua vanno “denunciate ai politicanti”.

Ed è proprio contro i politici che si scaglia “dovete solo andare a zappare”, aggiunge, “non si gestisce così la vita della gente. Vi dovete solo vergognare…Vergogna!”.

Dopo aver protestato numerose volte contro l’azienda sanitaria, l’uomo è stato trasferito nel reparto di Malattie infettive, dove è assistito “al top”.

La sua Odissea, però, è iniziata qualche giorno fa: “Voglio denunciare la gravissima situazione all’ospedale di Avezzano – spiega nel video – soprattutto per incompetenza e mala-gestione; non sanno più che pesci prendere. Sono arrivato in ambulanza con problemi respiratori e febbre, sono stato accantonato in una tenda al freddo con un pigiamino per l’intera giornata, senza nemmeno mangiare. Solo a mezzanotte, mi hanno portato a fare la tac per vedere la situazione polmonare, poi sono ritornato nella tenda al freddo”.

“Alle 3 di notte non ce l’ho fatta più – racconta – faceva troppo freddo, sono entrato nel Reparto Obi (Osservazione breve intensiva), ho trovato una barella libera e mi ci sono gettato sopra per scaldarmi un pochino, non c’è stato nessuno che mi ha chiesto ‘Chi sei?’, ‘Che fai?’, un totale abbandono, il personale era totalmente assente – denuncia ancora – assistenza zero, ho chiesto ripetutamente di un medico con cui parlare e per vedere cosa fare, niente!”.

“La mattina, dopo ripetuti solleciti e urla, è arrivata la dottoressa che gestisce il reparto, dicendo che doveva visitarmi un infettivologo, che sono riuscito a vedere dopo 4 giorni”, aggiunge.

“Sono stato abbandonato come tutti a me stesso, sono rimasto qui senza mangiare, mi sono messo dentro una stanza, all’altro lettino c’era un poverino, una persona anziana ‘accartocciata sul letto’, senza nessuno che la guardasse. Quando è arrivato da mangiare – prosegue – l’ho imboccato io, non ha avuto tempo di dire ‘A’, è stato spostato e nella stessa stanza, con un mezzo bagno fatiscente, hanno appoggiato anche una signora, privacy zero, chi urla a destra, chi urla a sinistra totale abbandono, sono stato appoggiato diversi giorni senza un minimo di cure”.

“Avevo le mie compresse portate da casa, ho aspettato per farmi dare l’ossigeno, perché non riuscivo a respirare, sono riuscito a farmi dare una maschera e dopo urla e disguidi strani ho chiamato il direttore, che però si nega a telefono, nessuno risponde e la sera,alle 22, pur di togliermisi dalle scatole, mi hanno appoggiato in uno pseudo reparto chiamata Area grigia, è un lazzaretto, è in allestimento non c’è un medico perché gestito dallo stesso dottore che si trova al piano di sotto. Ci sono dei poveri ragazzi, infermieri alle prime armi, che non sanno neanche vestirsi. Gestione zero, senza un cuscino, poggiato sopra il letto, non c’è niente”, spiega ancora.

“La mattina passa qualcuno, ti prende un parametro e arrivederci alla sera; devi chiamare continuamente, ogni tanto passano e ti danno da mangiare, ti bussano alla porta e te lo devi andare a prendere fuori, il vassoio lo trovi poggiato sui secchi dei rifiuti ospedalieri. Lo porti dentro e mangi quello che ti viene dato. È un via vai continuo sembra il mercato della frutta, si rincorrono, chiamano, si chiamano tra di loro, i campanelli che suonano, il personale non è in grado di gestire. Questo voglio denunciare – racconta – a questi politicanti: Dovete solo andare a zappare non si gestisce così la vita della gente. Vi dovete solo vergognare, vergogna”, conclude.

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