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Gioia dei Marsi e i passi della ripartenza post Covid

Col Parco, si guarda al domani turistico.

I sindaci sono l’ultimo baluardo vero, da difendere e dietro di loro ci sono le piccole comunità, che ci credono ancora”. Il Comune di Gioia dei Marsi, a circa 720 metri di altezza, ha attraversato la tempesta Covid dei primi duri mesi dell’emergenza. Ora si respira, in vista, però, di ciò che accadrà nella stagione autunnale, sotto la spinta pessimista della variante Delta.

Il sindaco di Gioia dei Marsi, intervistato anche sul peso delle aree interne e sulla rinascita post-Covid delle stesse, torna a ribadire la necessità di riaffrontare a livello sistemico il discorso delle fusioni tra Comuni. “Le ragioni della fusione tra due o più piccoli Comuni sono ancora cogenti e attualissime. Anzi: si palesano oggi, alla luce di questa emergenza sanitaria non ancora terminata, come ancora più ovvie. E’ utile dire che abbiamo subito, nel sistema Italia, una penalizzazione che dura da diversi anni per la mancata fusione tra piccoli Comuni, si doveva cogliere quella opportunità”.

E aggiunge: “Sono fermi, per le fusioni intercomunali, milioni di euro alla Regione e allo Stato. Dobbiamo – conclude – abbandonare i ciechi campanilismi, altrimenti la debolezza dei Comuni montani e ‘marginali’ tornerà a pesare sulla Sanità e sull’offerta sanitaria stessa”.

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