Mercoledì pomeriggio, nel Palazzo comunale, ad Avezzano, è tornato a riunirsi a porte chiuse il “Patto per il Fucino”, strumento di lavoro nato ufficialmente il 30 maggio scorso, sotto la regia del Comune avezzanese, e frutto di una stessa veduta di strategie tra amministrazioni comunali del territorio e voci di rappresentanza del primo settore.
Presenti attorno al tavolo, i sindaci e i delegati dei Comuni di Aielli, Pescina, Trasacco, Gioia dei Marsi, Luco dei Marsi e Lecce nei Marsi.
Immancabili anche le associazioni di categoria con i rappresentanti di Cia L’Aquila, Confagricoltura L’Aquila e Coldiretti provinciale.
In discussione le strategie da adottare per realizzare le nuove infrastrutture e migliorie in favore della Piana del Fucino.
Il Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Mara Carfagna lo aveva, in verità, già preannunciato a Roma, lo scorso 20 giugno, ai sindaci, agli amministratori e ai rappresentanti delle associazioni di categoria del reparto agricoltura del Fucino, nel corso del loro incontro chiave: quest’anno, i fari della politica nazionale e regionale sono puntati sul Piano Acqua contro la Siccità – un piano che “pesa” un miliardo di euro solo per partire – e che sarà gestito con il Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) sul quale bisogna “urgentemente lavorare insieme e di concerto, senza perdere altro tempo d’oro, per far arrivare alla campagne marsicane, alle imprese agricole e agli agricoltori di oggi e di domani non solo i 50 milioni persi, bensì il doppio, vale a dire 100 milioni di euro in modo da attivare il nuovo irriguo in tutta la piana nel cuore della Marsica (circa 13 mila ettari coltivati).
Le poche piogge che sono venute giù nei giorni scorsi hanno mitigato il quadro generale della siccità in zona Fucino, ma non hanno apportato il beneficio previsto ai pozzi.
Il clima continua a fare la sua parte micidiale in questa partita e anche i rumori bellici dal fronte russo-ucraino continuano ad interessare indirettamente le colture, il loro mercato e i loro costi di gestione.
Così hanno dichiarato congiuntamente gli amministratori del Patto: «La necessità attuale che è emersa dal tavolo è stata solo una: essere parte attiva nel processo che porterà la Regione ad ottenere i fondi del Cis Acqua.
Ad ottobre, non abbiamo partecipato ai bandi PNRR come Regione Abruzzo: questo treno, che eventualmente avrebbe potuto rimpinguare le casse regionali proprio per la spesa destinata all’Impianto Irriguo, è stato perso. Arrivati a questo punto, solo se lavoriamo insieme come territorio possiamo raggiungere un risultato storico per la Marsica».
Le associazioni di categoria hanno analizzato assieme ai sindaci anche quanto detto nell’ultimo vertice in Prefettura all’Aquila, che si è tenuto di lunedì.
Le problematiche emerse, sulle quali bisogna operate e lavorare coinvolgendo Regione e Governo, sono la drammatica carenza di acqua e il costo allarmante del gasolio agricolo.
A riconvocare il Patto per il Fucino, dopo il tavolo di lavoro in Prefettura e l’incontro a Roma con la stessa Carfagna, è stata l’assessore che lo ha costituito, Loreta Ruscio, con delega all’impianto, che non ha mai mollato la presa sulla ‘vertenza Irriguo’. Assieme a lei, in sala consiliare, il consigliere comunale Iucci.
«Questa amministrazione regionale ha perso anni di tempo per l’affidamento e l’elaborazione del progetto. In vista del CIS Acqua, – hanno detto sindaci e associazioni di categoria – che scatterà il 21 luglio, la prima azione da fare è chiedere un incontro con i vertici e i progettisti di Arap e capire quali sono le ragioni per cui i tempi previsti dal bando pubblicato (stabiliti in 90 giorni) sono stati prorogati. È il momento di portare a casa azioni concrete e scegliere come territorio il percorso migliore per arrivare più in fretta possibile al risultato». È in fase di implementazione proprio in questi giorni il Decreto Siccità studiato dal Governo, il quale va ad istituire sul territorio nazionale la figura apicale del commissario straordinario (per accelerare i lavori e spegnere la macchinosità della burocrazia), alla quale seguiranno tanti sub-commissari per quante sono le Regioni italiane. La scadenza per la presentazione dei progetti esecutivi da far finanziare con il Cis Acqua è fissata al 31 dicembre 2024.
«Noi ci stiamo battendo per gli agricoltori», hanno sottolineato gli amministratori.
«Dopo l’incontro a Roma, – hanno concluso – di cose ne sono successe, ma soprattutto è successo che la piana del Fucino è sprofondata ancora di più nella crisi. Roma ci ha dato due soluzioni: una di queste è proprio quella di far leva sul bacino di risorse del Cis Acqua». La missione prioritaria degli amministratori del Fucino non è mai cambiata: assicurare l’arrivo dei fondi per l’irriguo e monitorare tutti i passaggi che la Regione Abruzzo intenderà fare per ripristinare i soldi dirottati.
«Il nostro interlocutore sarà Marsilio, al quale manderemo una richiesta di incontro. La seconda linea di intervento, quindi, sarà attivare in Regione un tavolo di monitoraggio al quale parteciperà il Patto per il Fucino in modo da seguire tutti gli sviluppi, salvavita per questo territorio che vive di agricoltura».
Sindaci e associazioni di categoria marsicane, alla luce della gravissima emergenza che interessa la Piana, vorranno anche essere parte attiva nella nomina del sub-commissario, previsto dal recentissimo Decreto Siccità (terza linea di intervento).