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Harvard prima al mondo, le università italiane scendono in classifica

Sul podio anche Poi Mit e Stanford. Per 264 atenei degli Stati Uniti peggiorano le performance. 'Quadro cupo' in Europa

Per il quattordicesimo anno consecutivo, Harvard è la migliore università al mondo secondo la classifica Cwur. È seguita da altri due atenei privati statunitensi, il Mit e Stanford; Cambridge e Oxford nel Regno Unito, rispettivamente al IV e V posto, sono gli istituti pubblici con il punteggio più alto al mondo. Gli Stati Uniti, nonostante si aggiudichino otto delle prime dieci posizioni, faticano a mantenere la loro preminenza a livello mondiale.

Nella classifica Global 2000, solo 40 università statunitensi hanno migliorato la propria posizione rispetto al 2024, con 15 che hanno mantenuto la posizione e 264 scese in classifica.

La migliore università pubblica statunitense è Berkeley, al dodicesimo posto a livello mondiale, un posto dietro al Caltech (il California Institute of Technology). Nel complesso, gli Stati Uniti sono il secondo paese più rappresentato nella classifica Global 2000 con 319 rappresentanti, dieci in meno rispetto allo scorso anno. Il Canada conta 38 istituzioni in classifica, guidate dall’Università di Toronto al numero 23.

“Sebbene gli Stati Uniti vantino ancora le migliori università al mondo – commenta Nadim Mahassen, presidente di World University Rankings – il declino della stragrande maggioranza dei suoi istituti di istruzione superiore dovrebbe preoccupare la Segretaria all’Istruzione statunitense Linda McMahon e l’intera amministrazione Trump. In un momento in cui le università cinesi stanno raccogliendo i frutti di anni di generoso sostegno finanziario da parte del loro governo, le istituzioni americane sono alle prese con tagli ai finanziamenti federali e controversie sulla libertà accademica e sulla libertà di parola. Con gli Stati Uniti superati dalla Cina come Paese con il maggior numero di rappresentanti in classifica, la loro reputazione nel settore dell’istruzione superiore globale è seriamente minacciata”.

Mahassen mette in guardia: “il forte declino delle università statunitensi è parallelo a quello degli atenei in Giappone, Francia e Germania, mentre le università britanniche e russe hanno avuto risultati solo leggermente migliori. Con la straordinaria ascesa delle istituzioni cinesi, le università del mondo occidentale non possono permettersi di rimanere a guardare e dormire sugli allori”.

L’80% degli atenei italiani scende in classifica

Sessantasei università italiane, guidate dalla Sapienza di Roma, figurano nell’edizione 2025 della classifica Global 2000 del Center for World University Rankings (Cwur) ma l’Italia fatica a competere con i rivali mondiali: l’80% degli atenei italiani scende nella classifica.

Nella top 2000, 10 università italiane migliorano rispetto allo scorso anno, 3 mantengono le posizioni, 53 scendono. Il principale fattore di declino è la performance nella ricerca, mentre cresce la concorrenza da parte di atenei ben finanziati. Sono 14 gli atenei italiani che si posizionano meglio rispetto al 2024 per perfor mance nella ricerca e 52 peggio.

L’Università La Sapienza di Roma scende di una posizione, al 125mo posto. L’Università di Padova perde cinque posizioni, attestandosi al 178mo posto, mentre l’Università di Milano scende di cinque posizioni, attestandosi al 191mo posto, davanti all’Università di Bologna, al 204mo posto, e all’Università di Torino, al 242mo posto.

La top ten italiana è completata dall’Università di Napoli Federico II (243), dall’Università di Firenze (274), dall’Università di Genova (286), dall’Università di Pisa (288) e dall’Università di Pavia (327).

Commentando la situazione italiana, Nadim Mahassen, presidente del Center for World University Rankings, osserva: “Con sessantasei università italiane presenti in classifica, l’Italia è ben rappresentata tra le migliori università al mondo. Tuttavia, ciò che è allarmante è il declino delle istituzioni accademiche nazionali dovuto all’indebolimento delle prestazioni della ricerca e allo scarso sostegno finanziario da parte del governo. Mentre diversi paesi pongono lo sviluppo dell’istruzione e della scienza in cima alla loro agenda, l’Italia fatica a tenere il passo. Senza finanziamenti più consistenti e una pianificazione strategica più solida, l’Italia rischia di rimanere ulteriormente indietro nel panorama accademico globale in rapida evoluzione”.

Cwur ha analizzato 74 milioni di dati basati sui risultati per classificare le università di tutto il mondo in base a quattro fattori: qualità dell’istruzione (25%), occupabilità (25%), qualità del corpo docente (10%) e ricerca (40%). Quest’anno sono state classificate 21.462 università e quelle che si sono classificate al primo posto sono entrate nella lista Global 2000, che include istituzioni di 94 paesi.

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