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Giovagnorio contro Piacente: “Non ragiona così un segretario di partito”

La dichiarazione del consigliere PD: "Quella che è nata in Provincia, tra me e Alfonsi, è un'accoppiata potente. Resto nel PD e vado avanti su questa linea, per il bene della Marsica".

Giovagnorio: «Sospensione Pd appresa dai giornali»

La parola d’ordine, come pare di capire, è Marsica. Ma non a livello meramente politico. Marsica a livello territoriale, di rappresentanza, di peso specifico, di capacità di intervenire efficacemente sui problemi di un lembo di terra abruzzese. “Già è difficile operare in maggioranza, in Provincia, per via del depauperamento dell’Ente, figuriamoci in Opposizione. Non dobbiamo essere ostaggio degli aquilani: la Marsica deve valere, per questo l’accoppiata con Alfonsi, al di là dei nostri colori politici. Dobbiamo fare, fare, fare per il nostro territorio”. Sembra sia diventato già un caso, quello della scelta dell’esponente di centro-sinistra Roberto Giovagnorio, rieletto in Provincia per il secondo mandato consecutivo e già consigliere comunale di Tagliacozzo, di unire le proprie forze con quelle del consigliere provinciale di Fratelli d’Italia, Gianluca Alfonsi. Un’accoppiata che, sebbene venga definita “potente” dallo stesso Giovagnorio, non è stata digerita dal segretario di partito dem Piacente. Non l’ha presa bene ed ha bacchettato la scelta di fare squadra trasversalmente, scomodando anche la Commissione nazionale Garanzia del PD, “alla quale potrei, statuto alla mano, sottopormi anche dopodomani”, dice, invece, Roberto Giovagnorio.

“Le persone del PD che mi hanno votato si contano sulle dita di una mano, sono tre. – afferma – I voti che mi hanno permesso, invece, di essere rieletto in Provincia – avverte – sono della Marsica, sono dei sindaci e degli amministratori della Marsica, non sono né di Piacente, né tanto meno del Partito Democratico; sono frutto di conoscenze personali che, in questi ultimi due anni di operato provinciale, ho maturato grazie al mio buon lavoro e all’aiuto e al supporto di Giuseppe Di Pangrazio e Giovanni Di Pangrazio, futuro sindaco di Avezzano. Sono il frutto del lavoro di Domenico Di Berardino, di Alessandra Cerone, di Nicola Pisegna Orlando, di Sergio Di Cintio, di Tuzi, di Angelo Mariani; una squadra, insomma, – dice – immensa che lavora nel dietro le quinte, assieme a tutti coloro che hanno voluto aderire a questo progetto, come il sindaco Vincenzo Giovagnorio di Tagliacozzo. Invece, il signor Piacente, dato che non aveva peso il Comune di Avezzano poiché commissariato, ha pensato bene di sistemare quattro persone nella Marsica, tre uomini (Giovagnorio, Scamolla e Barile) più una donna, la Angelucci, assessore di Luco dei Marsi. I voti, ovviamente, si sono, in questo modo, frastagliati. I voti del Partito Democratico si sono sparpagliati fra le varie persone da eleggere”.

“Io, ora come ora, – continua – mi ritrovo in Provincia con tre esponenti di “Passo Possibile”, gruppo civico e io che sono del PD, sono messo all’angolo, non potendo fare il Capogruppo o avere voce nelle Commissioni. E la Marsica in tutto ciò che fine fa? Da qui nasce la squadra, l’abbinata, la coppia. La Marsica che ha votato Roberto Giovagnorio, che si spacca la schiena tutti i giorni e che fa mille sacrifici, non ha colore politico. La mia elezione non è la vittoria di Francesco Piacente, lui non ha eletto proprio nessuno. Se io, oggi, fossi stato in minoranza, cosa avrei potuto fare? Votare contro tutto ciò che è stato programmato anche da me, nella passata legislatura, per il 2020-2021? Avrei dovuto votare anche contro ciò che io stesso ho contribuito a pianificare? E quando Piacente si riferisce ad un contrario, riferendosi al documento votato all’unanimità dall’assemblea provinciale, ha mancato, però, di fare il nome e il cognome di quel voto contrario: si tratta di Giuseppe Di Pangrazio, presidente emerito del Consiglio regionale della passata legislatura. L’accordo proposto da Piacente restringeva l’area, non era ben visto: un segretario provinciale fa un ragionamento politico di questo genere? Tutt’altro! Bisognava tutelare i candidati marsicani. Qui i conti non tornano”.

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