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Avezzano: lasciata 5 giorni in Pronto Soccorso

La denuncia dei familiari all'assessore alla Sanità Nicoletta Verì

Presunto caso di malasanità presso l’ospedale civile di Avezzano, dove un’anziana di quasi ottant’anni sarebbe stata lasciata per cinque giorni in barella al Pronto Soccorso senza ricevere l’assistenza di cui necessitava. A denunciare la situazione sono stati i figli della paziente, che hanno chiesto un intervento immediato da parte dell’assessore alla Sanità Nicoletta Verì. I familiari si sono rivolti all’avvocato Velia Nazzarro, che ha inviato una missiva all’assessore informandola dell’accaduto.

Nella lettera firmata dall’avvocato, viene riportato che la signora era stata accompagnata il 27 febbraio, da uno dei due figli, presso il nosocomio di Tagliacozzo per una “presunta infezione”: “Dopo il rifiuto dell’ospedale di Tagliacozzo – si legge – anche solo di visitare la signora, la stessa veniva accompagnata dalla figlia al Pronto soccorso del presidio ospedaliero di Avezzano”.

Ed è qui che inizia il calvario della paziente, che – stando al racconto dei familiari – sarebbe stata lasciata un giorno in poltrona e quattro su una barella in uno stanzino, priva di assistenza medica da parte del personale ospedaliero, se non dopo svariate sollecitazioni dei figli.

“Lo stato di abbandono della paziente – si legge nella nota – e la condizione in cui la stessa è stata costretta a rimanere per cinque giorni, ha aggravato il quadro clinico della paziente che, ad oggi, risulta totalmente dissociata e con il corpo martorizzato dalle piaghe da decubito”. Il tutto, come si apprende, “documentato da fotografie e video” messi a disposizione all’assessore Verì come prove della mancata assistenza nei confronti dell’anziana.

Inoltre, il 3 marzo, giorno in cui finalmente la donna è stata trasferita nel reparto di Geriatria, la figlia “aveva trovato la madre in uno stato di totale abbandono – continua la Nazzarro nella missiva -, con i vestiti completamente bagnati da una flebo che perdeva il liquido (i vestiti bagnati sono stati tagliati poiché a causa delle piaghe da decubito notevolmente peggiorate, la paziente non poteva essere facilmente sollevata)”.

L’avvocato Nazzaro fa poi presente come già il primo marzo, due giorni prima del trasferimento della signora presso Geriatria, il figlio ha denunciato la “grave situazione” vissuta dalla madre al direttore sanitario della Asl 1, Alfonso Mascitelli, inoltrando una mail in cui si precisava “l’abbandono e la mancanza di assistenza di persona con handicap in situazione di gravità”.

“I fatti sopra riportati – conclude l’avvocato – oltre a creare un grave pregiudizio alla salute di una persona già gravemente malata e in situazione di handicap, sono sicuramente inaccettabili poiché ledono la dignità del paziente quale persona umana. L’Azienda sanitaria è tenuta garantire la tutela della dignità del paziente quale valore fondamentale dell’assistenza ospedaliera e deve garantirla da parte di tutti gli operatori che, a qualunque titolo, si trovino ad operare presso il nosocomio e possano entrare in contatto con il paziente. Non è accettabile una sanità a ‘doppio binario’: tutti i cittadini meritano lo stesso trattamento, soprattutto quando parliamo di salute! Per tali motivi, si richiede l’immediato intervento delle Signorie Loro e l’adozione di tutti i provvedimenti necessari nei confronti delle persone ritenute responsabili di simili vergognosi comportamenti”.

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