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Cos’è il groupel caduto sulle coste adriatiche?

Lo spiega il Meteorologo Stefano Bernardi

COMUNICATO STAMPA
Lo aveva più volte annunciato nelle sue previsioni il Meteorologo Stefano Bernardi e di sé si è parlato molto fatto ieri nei bar e nei salotti familiari della riviera adriatica e dell’immediato entroterra dell’Italia centro meridionale che si affaccia ad oriente. Stiamo parlando del groupel o per meglio dire neve tonda.
Una particolare meteora che ci fa pensare alla grandine ma che grandine non è.
Per capire di cosa stiamo parlando abbiamo chiesto al Meteorologo Stefano Bernardi di cosa si tratta e quando questo fenomeno può essere indicativo di un’imminente cambio di stagione.
Bernardi lei che nelle sue dirette facebook del venerdì sera ci ha abituati ad una didattica meteo ce lo può spiegare in parole povere cos’è il groupel?
“La prima cosa che ci viene da pensare quando lo osserviamo cadere è alla neve. Alcuni invece lo confondono con la grandine. Se andassimo a vedere le temperature (la precipitazione di graupel si ha con temperature di alcuni gradi superiori allo zero) ci accorgeremmo che forse stiamo parlando di un ibrido neve/grandine.
Ma vediamo nel dettaglio cos’è il groupel.
Partiamo da un presupposto, questa particolare meteora si dice che anticipi un cambio di stagione ed in parte è vero.
Spesso, infatti, la precipitazione di neve tonda la ritroviamo confinata alla fine dell’autunno o all’inizio di primavera. Il perché è presto detto. È in questi particolari periodi dell’anno che l’instabilità dovuta all’interazione di masse d’aria aventi origine diversa trova la sua massima espressione nella produzione di quella instabilità foriera di groupel.
Se ci aggiungiamo il fatto che alle diverse quote ci ritroviamo con valori di temperatura notevolmente differenti come è  accaduto ieri con 5-6 °C al suolo, -4°C alla quota di 1500 metri nella libera atmosfera (per gli esperti a 850hpa) e addirittura una -35°C a 500 hPa (5500 metri nella libera atmosfera) il gioco è fatto.
Non ci scordiamo inoltre che nella giornata di ieri il mare Adriatico ha avuto la sua grande importanza poiché con le sue acque ancora relativamente calde ha dato modo di instabilizzare ancor di più l’aria attivando un altro particolare fenomeno che è l’ASE ( Adriatic Sea Effect) ma di questo ne parleremo un’altra volta.

Un parametro molto importante da considerare per la produzione di questa forma precipitativa, anche se qui scendiamo in tecnicismi meteo,  è il Dew Point ( punto di rugiada dell’aria) i cui valori però possono essere misurati solo con centraline meteo professionali.

Il D. P. altro non è che un metro di misura meteorologico che indica la temperatura alla quale, a pressione costante, la miscela aria-vapore diventa satura di vapore acqueo.

Tanto più è elevata la differenza tra la temperatura dell’aria e quella di rugiada,più l’aria è secca. Nella giornata di ieri, infatti,  mentre la temperatura dell’aria era di 5-6°C gradi,quella di rugiada era -8. È stata proprio questa particolare situazione che ha permesso che dal cielo cadesse graupel anziché neve o finanche pioggia.

Neve e graupel o pioggia potrebbero avere la meglio l’una sull’altra  osservando la temperatura della colonna d’aria tra il suolo e la nube. A seconda dei valori ci potremmo ritrovare una delle tre precipitazioni. Per meglio capire il fenomeno ci può venire incontro un grafico messo a punto dal sito supermeteo che però indica con il termine gragnola la meteora oggetto dello studio di oggi.

Quindi sono molteplici le cause che possono portare alla formazione del graupel a volte anche assai sofisticate. Ma tant’è…la natura è bella anche e soprattutto per questo.

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