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Fascicolo sanitario elettronico, Abruzzo fanalino di coda

Taglieri: “In Abruzzo ancora all’età della pietra, dall’assessore solo tante parole ma nessuna risposta”

Tamponi su personale sanitario, Taglieri: «Necessari tempi ed esiti veloci»

“Tante parole e nessuna risposta. Potrei sintetizzare così la replica dell’Assessore Verì alla mia interpellanza sul destino del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) in Abruzzo.

Parliamo dello strumento attraverso il quale i cittadini possono tracciare e consultare tutta la storia della propria vita sanitaria, condividendola con i professionisti sanitari per garantire un servizio più efficace ed efficiente.

L’Abruzzo doveva essere capofila del progetto avendo già posto le basi normative nel lontano 2005 e avendo finanziato con somme milionarie l’implementazione del FSE. Addirittura anche la Provincia autonoma di Bolzano utilizza dal 2012 il nostro progetto, eppure oggi l’Abruzzo è desolatamente ultimo avendo realizzato solo il 36% del programma di attuazione”. Ad affermarlo è Francesco Taglieri, Vicepresidente della Commissione sanità di Regione Abruzzo.

“E mentre l’Italia tutta va avanti, con oltre 43 milioni di Fascicoli attivati e con 311 milioni di referti digitalizzati, in Abruzzo se vivo a Montazzoli o Schiavi d’Abruzzo e chiedo alla Asl gli esami del sangue attraverso una mail non riesco ad averli: devo mettermi in macchina e raggiungere fisicamente l’ospedale. Addirittura se all’interno di uno stesso nosocomio reparti diversi vogliono consultare le prestazioni eseguite non è possibile farlo. Siamo all’età della pietra per la digitalizzazione – incalza Taglieri – tanto che molti sanitari scrivono ancora a mano i referti perché non possono usare postazioni che dovrebbero essere collegate almeno in una Lan. Ora il FSE, che dovrebbe contenere la storia medica del paziente, i referti, le ricette elettroniche ecc, per la massima parte dei cittadini abruzzesi, risulta mancante anche di quei dati che rappresentano le funzionalità minime del fascicolo. Eravamo partiti bene, avevamo un buon progetto ma la realtà dei fatti è che la Regione Abruzzo non è mai stato in grado di attuarlo concretamente, rimanendo indietro mentre l’Italia va avanti. Oggi avrei voluto sentire parole diverse dall’assessore che dovrebbe ben capire che ogni milione di euro speso in questa direzione rappresenta un risparmio di 30 milioni di euro per il sistema sanitario pubblico. Ma forse per l’Abruzzo con questo centrodestra al governo di Regione davvero non c’è alcuna speranza”. Conclude.

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