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Un anno fa il primo lockdown

Pezzopane (Pd): "Un anno di emergenza, grazie a chi ha salvato vite"

Coronavirus

Il 9 marzo 2020 l’annuncio del premier Giuseppe Conte ha segnato la storia dell’Italia.

Parole che hanno scosso profondamente i cittadini: Dopo poche ore l’Italia intera sarebbe stata in lockdown a causa della pandemia di Covid-19.

Stefania Pezzopane, deputata Dem, fa il punto a un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria a L’Aquila.

“Il 9 marzo 2020 iniziava il lockdown, un anno terribile. 100.000 morti in Italia. Nel nostro territorio non sono mancati i problemi, prevalentemente generati dalle scelte della regione, insopportabilmente inefficace, parolaia e strillona verso il governo, occupata in continui regolamenti di conti. Il nostro ospedale, pur senza gli investimenti che hanno riguardato l’ospedale di Pescara (13 milioni di investimenti per ospedale COVID) ha retto ed oggi sta affrontando con professionalità e abnegazione l’ennesimo sforzo. Non finirò mai di esprimere la mia eterna gratitudine. Voglio ringraziare medici e personale che da un anno stanno affrontando una battaglia per la vita. 365 giorni da incubo”, spiega.

“Sono certa che se non avessimo avuto queste straordinarie competenze le cose sarebbero andate diversamente. In queste settimane l’ospedale è sottoposto ad uno sforzo incredibile per assistere pazienti per lo più provenienti dalla Asl di Pescara, sforzo ammirevole che apre però un interrogativo. Cosa è successo a Pescara? Cosa c’è che non è andato a dovere nella programmazione? Perché un ospedale nuovo e costoso che doveva ospitare 214 pazienti COVID con Terapie intensive nuove per 40 persone, invia pazienti a L’Aquila che è costretta ad un superlavoro ed a restringere i servizi per le patologie ordinarie. Quando Marsilio e la regione faranno chiarezza su questo? Ci sono state decisioni e ruoli che hanno avuto precise responsabilità e che a quanto pare sembrano immuni, sempre assolti dalle loro azioni. In questo momento tutta la struttura Asl è impegnata nelle vaccinazioni che devono andare avanti con celerità. L’Abruzzo è l’unica regione che non ha un piano vaccinale, servono altri vaccini, bisogna vaccinare tutti e seguire le priorità, tra cui i fragili, per cui l’attesa sta diventando una ossessione. Marsilio si occupi di questo: vaccini e piano vaccinale, completi operazione Pescara, così l’ospedale de L’Aquila potrà respirare, la pianti con i suoi attacchi politici, con i suoi regolamenti di conti. Perché non se ne può più. Sono finiti i vaccini di Astrazenica, e Marsilio è occupato a scrivere le letterine al direttore Testa“, sottolinea.

“Al Presidente della Regione non venga in mente di spostare altrove i vaccini da assegnare alla nostra Asl, perché ci siamo stancati di sopportare questi indebiti spostamenti di attenzione, di fondi ed ora anche di vaccini dal territorio interno. Ringrazio i medici, anche i medici volontari e tutto il personale sanitario che si sta occupando di vaccinare. La regione imposti il piano doverosamente, la pianti con favoritismi a seconda delle spinte e delle pressioni, si occupi delle fragilità e lasci lavorare chi ci sta salvando la vita. Dall’ospedale, dai vaccini e dal territorio dipende tanto, dei giochi politici e regolamenti di conti di Marsilio siamo stufi. Mettere le mani sulla sanità sembra l’unico interesse di Marsilio e co. Non se ne può più”, conclude

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