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Emendamento Romito: “Non si gioca con le disgrazie”

Capigruppo di minoranza dell'Aquila intervengono sull'emendamento che ieri ha fatto saltare la seduta di Consiglio regionale per mancanza numero legale

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“Nell’anno più disastroso per i ristoratori abruzzesi dal dopoguerra e a due giorni dalla chiusura, sotto le festività, di tutte le attività commerciali, la maggioranza in Regione Abruzzo infila a tarda ora un emendamento fra i debiti fuori bilancio in discussione del Consiglio con il quale si destina 1 milione di euro al Campus ricerca e alta formazione dell’alta cucina di Niko Romito“.

È quanto scrivono in una nota i capigruppo di minoranza dell’Aquila: Paolo Romano, Stefano Palumbo, Giustino Masciocco, Elia Serpetti, Carla Cimoroni, Lelio De Santis e Angelo Mancini.

“Un emendamento che vede tra i suoi firmatari anche il vice presidente vicario Roberto Santangelo e che, per condivisione, porta la firma dell’assessore alle aree interne Guido Liris; una delega che forse il prode assessore di Fratelli d’Italia pensa di meritare perché la scuola di alta formazione è ubicata a Castel di Sangro, la stessa cittadina che ha già beneficiato di un milione e duecentomila euro dei cittadini abruzzesi – cifra estendibile fino a dodici milioni – per il ritiro del Napoli calcio“, spiegano.

“Nulla contro Castel di Sangro, ma mentre i nostri commercianti e i ristoratori portano ancora i segni del sisma 2009 e aspettano i ristori previsti per il Covid nel Cura Abruzzo, due aquilani in Regione Abruzzo propongono un debito fuori bilancio per la scuola di Niko Romito, un guru dell’alta cucina verso il quale – chiariamo – nutriamo il rispetto che si deve a chi porta in auge il nome della nostra regione e che non merita di finire in pasto ai giochi di palazzo”, aggiungono.

“Al netto dunque della defezione di cinque consiglieri su dieci della Lega che, insieme all’opposizione, hanno fatto in modo che cadesse il numero legale in Consiglio regionale, crediamo sia indispensabile che questo centrodestra e soprattutto i suoi rappresentanti aquilani facciano un bagno di realtà e aspettino la fine dell’emergenza economica prima di ingrossare i debiti fuori bilancio della Regione e alimentare un’onda di risentimento tra la gente comune, quella stessa gente di cui tanto si riempiono la bocca in campagna elettorale”, sottolineano.

“Chiediamo serietà e correttezza. Non si gioca con le disgrazie e con le difficoltà di questo infinito quotidiano che, a L’Aquila, dura dal 2009”, concludono.

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