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Compleanno: spesi 9 mila euro, ma assegno è scoperto

Secondo l'accusa, i tre imputati non avrebbero saldato il mega-conto al titolare di un ristorante della Marsica. Un pranzo di compleanno costato 9100 euro: l'assegno postale da 5700 euro era scoperto.

Tre avezzanesi danno un mega pranzo di compleanno, da 9100 euro, ma non saldano il conto totalmente.

I tre, ora finiti sotto accusa, sono stati rinviati a giudizio e dovranno rispondere del reato stabilito dall’articolo 641 del codice penale (Insolvenza fraudolenta), per aver “dissimulato il proprio stato d’insolvenza, contraendo un’obbligazione col proposito di non adempierla”.

I tre, difatti, un uomo e due donne (A.D.S., di 40 anni; R.D.S, di 43 anni; M.G.D.S. di 29 anni) ora imputati, che hanno commissionato il pranzo di compleanno in un ristorante di Carsoli, all’atto del pagamento, si sono resi irreperibili, dopo aver pagato in anticipo una parte della somma dovuta, generando nel gestore una situazione di fiducia e di onestà delle loro intenzioni.

Secondo la ricostruzione dei fatti avvenuti nel 2017, è stato versato un acconto al titolare del ristorante di 3400 euro, anticipatamente alla fine del pranzo. E sempre alla fine dei festeggiamenti del compleanno, dopo un tentativo – considerato “finto” dall’accusa – di voler pagare il pranzo per intero e quindi saldare tramite carta di credito esibita da una delle due donne – unitamente al proprio documento d’identità – i tre avrebbero consegnato un assegno postale per l’importo residuo dovuto, pari a 5700 euro: posto all’incasso, però, l’assegno è risultato privo di copertura.

Il titolare, una volta resosi conto del danno subito, ha attuato diversi tentativi per cercare di rintracciare i clienti; nel frattempo, però, essi si sono resi irreperibili.

Solo a quel punto, il ristoratore si è rivolto alle autorità competenti, denunciando il tutto.

Gli imputati, che dovranno presentarsi a febbraio davanti al giudice del Tribunale di Avezzano, sono difesi dagli avvocati Luca e Pasquale Motta, del foro di Avezzano.

I tre potrebbero essere puniti, qualora l’obbligazione non sia adempiuta, con la reclusione fino a due anni o con la multa fino a 516 euro.

L’adempimento dell’obbligazione avvenuto prima della condanna estingue il reato.

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