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Turismo Marsica: carenza posti letto

Il quadro che emerge dallo studio di Abruzzo Openpolis

Dopo un ponte di Pasqua da “tutto esaurito” in Abruzzo, la vera sfida è riuscire a destagionalizzare e differenziare il turismo su tutto il territorio. Tra costa adriatica, aree interne e città d’arte, l’Abruzzo è una regione fortemente eterogenea dal punto di vista della proposta, potendo contare su oltre 130 chilometri di costa, un importante tratto della catena appenninica e numerose città e borghi d’arte.

L’offerta turistica tuttavia si concentra in alcune aree e in particolare sulla costa e nell’Abruzzo interno. In media, le strutture ricettive costiere hanno circa il doppio dei posti letto della media regionale. Complessivamente sono 116.929 posti letto negli esercizi ricettivi abruzzesi nel 2021.

È questo il quadro che emerge da un nuovo studio effettuato da Abruzzo Openpolis. Il report, ha evidenziato una sostanziale differenza tra aree interne e zone costiere, con un’offerta di posti letto nelle strutture ricettive superiore nei territori che si affacciano sull’Adriatico. Sul podio c’è Roseto degli Abruzzi con oltre 10mila posti in 103 strutture censite.

Puntando la lente di ingrandimento sulla Marsica, i Comuni che contano il numero maggiore di posti letto sono Pescasseroli (2175 suddivisi in 53 strutture, con una media di 104,52 ogni 100 residenti) e Tagliacozzo (1659 in 21 strutture pari a 25,75 ogni 100 residenti).

Scendendo di più nel dettaglio, ciò che emerge è un dato affatto positivo per il capoluogo marsicano. Avezzano infatti, come mostra il report, non sfiora nemmeno il migliaio di posti letto, a fronte di una popolazione di 41.283 abitanti nel 2021. Per la precisione, sono solamente 313 i posti censiti distribuiti in 20 strutture, con una media bassissima, pari a 0,76 ogni 100 residenti.

Il quadro risulta ancor più preoccupante se si tiene conto che nei comuni non litoranei ogni esercizio dispone di una media di 19,7 posti, che tuttavia è ben al di sotto di quella dei territori che si affacciano sull’Adriatico, che è quasi il doppio.

Una magra consolazione nella provincia dell’Aquila viene proprio dal capoluogo, che si attesta in decima posizione per numero di posti letto totali a pari merito con Ortona. C’è tuttavia una differenza sostanziale: L’Aquila li distribuisce su 177 esercizi ricettivi, mentre nel comune della costa chietina sono concentrati in 64 strutture.

Su questo tema nei giorni scorsi è intervenuto Gianluca Grimi, presidente di Assoturismo Confesercenti Abruzzo, che ha lanciato un appello: “Bisogna lavorare per una maggiore promozione della nostra regione. Non riusciamo a destagionalizzare il turismo e questo per l’Abruzzo rappresenta una contraddizione, perché è sicuramente il territorio che più si presta a questo tipo di approccio: c’è la montagna, la collina, il mare, ci sono Città d’arte come L’Aquila e Lanciano. Serve un cambio di passo radicale”.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) prevede una serie di misure dedicate al rilancio del turismo post pandemia. Sono 34,8 milioni di euro gli investimenti per la ricostruzione del Piano nazionale complementare (Pnc), che integra e potenzia i contenuti del Pnrr; fondi che possono avere un impatto positivo per l’Abruzzo in termini di flussi turistici.

LMM

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